– Sarà a causa dei programmi TV come “matti per la spesa” o per le numerose scene di film e telefilm girate in superstore come Walmart o 7-Eleven, i supermercati americani sono uno degli scenari che maggiormente solletica la curiosità degli italiani. Difatti una delle domande che mi viene posta più spesso, quando rientro in Italia, riguarda proprio il grocery shopping – ovvero la spesa in un supermarket americano.
Personalmente, la spesa la faccio in South Florida che è davvero ben diverso che farla in Texas, in Montana o anche a Manhattan. Seguendo la banale regola della domanda-offerta a Miami e dintorni si trova davvero tutto, dal negozio polacco a quello russo, dalla bottega italiana a quella francese, per non parlare del continente asiatico. Praticamente ogni etnia è ben rappresentata. Ovviamente questo significa pagare i prodotti tipici ad un prezzo molto più caro, un esempio per tutti: uno stracchino da 125g costa 12 dollari. È comunque sempre meno di un volo aereo per rientrare in Italia.
Tuttavia, quello che vi voglio raccontare questo mese non è come e dove trovare i NOSTRI prodotti tipici, ma piuttosto come si sceglie un supermercato americano.
Inizio subito con una dovuta puntualizzazione, io vivo in un’area di Miami dove si possono trovare tantissimi supermercati. Nel raggio di 15km, posso scegliere tra punti vendita di tutte le più grandi catene di distribuzioni presenti in Florida. La maggior parte di essi sono a meno di 5 km, una opportunità – come vedremo in seguito – per niente scontata sul territorio americano.
I negozi di alimentari americani tendono ad avere un loro target di riferimento in modo più esclusivo di quanto succede da noi in Italia: si parte dal negozio “di quartiere”, che ha tutte le marche più o meno commerciali, tanto cibo pronto, tipo gastronomia con poco spazio alle novità, fino ad avere il negozio chic. In questi ultimi è possibile acquistare cibi particolari, magari importati, verdure sceltissime e conservate in grosse tinozza di legno con ghiaccio tritato, musica classica in filodiffusione, luci soffuse e un campione di caffè fresco sempre disponibile.
Nelle grandi metropoli come New York non ci sono i grandi supermercati ma piccole botteghe, i cui prezzi sono da “gioielleria”. A Manhattan, per esempio, ci sono più “botteghe” come siamo abituati noi in Italia, con poco assortimento ma di un certo livello, con confezioni a misura “single” più che grandi quantità. Questo, credo, dipende anche dal fatto che lì pochi girano in macchina e, più frequentemente, la spesa deve essere portata a casa a piedi. Esattamente al contrario di quello che si trova sugli scaffali di Costco o anche al famoso (o famigerato) Walmart.
Walmart
E’ considerato un’icona degli USA, soprattutto oltreoceano. Si tratta di enormi magazzini, tipo Carrefour, per intenderci, dove puoi trovare di tutto, dalla bicicletta alle carote biologiche. I prezzi sono concorrenziali, ma il servizio lascia a desiderare. Non tutti i Walmart sono uguali, ma nei due che ho “vicino casa” non posso dire di avere un buon supporto durante la spesa, né di trovare sempre tutto quello che cerco. Fino a prima del lockdown, i supercenter, erano aperti H24, rendendoli tappa obbligata per gli italiani in vacanza, che trovavano affascinante andare di notte a fare gli acquisti. Personalmente, non mi è mai venuto in mente, di farlo. Prima di tutto, la notte dormo, secondariamente i parcheggi di Walmart, la notte, sono tutto tranne che aree safe (almeno qui in South Florida, so di gente che, altrove, ci va tranquillamente). Diciamo che ho letto di abbastanza sparatorie avvenute nei parcheggi da farmi passare completamente la voglia di andarci in giro in orari notturni.
Come dicevo, i prezzi sono davvero buoni, ma la qualità e la certificazione non sempre lo sono. Anche lì, dipende dai negozi che avete vicino. I miei, non hanno prodotti di gran qualità, ma altri più verso Miami sono nettamente superiori. nonostante tutti i Walmart si trovino in zone molto “popolari”. Vicino casa ho anche un Walmart neighborhood che si trova in una zona residenziale ed ha prodotti di fascia superiore rispetto ai cugini grossi, in zone più povere. In generale, i prodotti che si possono trovare da Walmart sono strettamente americani o, al massimo, legati alle principali etnie presenti: per dire, c’è una intera corsia enorme di salse bbq, rispetto a uno scaffalino di cibi biologici confezionati, con una referenza per tipologia di prodotto, oppure due corsie di prodotti latini contro circa 1,5m di prodotti asiatici.
Publix e Winn Dixie
Il supermercato di riferimento per i floridiani è Publix. Si trova ad ogni angolo di quartiere e diventa la scelta obbligata per la spesa quotidiana. Ha i principali brand americani, con poco spazio per prodotti di nicchia. I prezzi sono leggermente maggiori di Walmart, ma ha la comodità della vicinanza e assolutamente una buona qualità su carne e verdura. Ma il vero signature dish di Publix è il Sub, cioè il panino farcito, preparato espresso nel reparto salumi. Quando capita in offerta, inizia il tamtam sui social già dalla settimana precedente e la fila al banco diventa infinita. Si tratta di uno sfilatino morbido di circa 40 cm, farcito con salumi, formaggi, oppure pollo fritto e insalata, sottaceti, salse. Praticamente il fabbisogno calorico di una giornata, per un costo di circa 7 dollari (+tax) a prezzo pieno.
Il principale concorrente di Publix è Winn Dixie, catena del sud nata proprio a Miami, che ha referenze simili, ma un buon assortimento di gastronomia pronta, con ottimi cibi BBQ, come brisket, burnt ribs, costine e i tipici contorni. Tenetelo presente se venite in zona e volete fermarvi a mangiare qualcosa al volo, con 5 dollari a libbra potete preparare il vostro meal scegliendo tra proteine e un paio di contorni South style. Tante volte è una ottima opzione per un lunch durante una gita, se non si vuole fermarsi al ristorante, ma neanche si vuole andare al Fast Food.
Una cosa molto frequente, in questi supermercati, è trovare prodotti scaduti. Diciamo che, per mia esperienza, non c’è la stessa attenzione al cliente a cui siamo abituati in Italia. Soprattutto quando sono in offerta settimanale, è facile che siano prossimi alla scadenza o addirittura scaduti. L’ultima brutta esperienza, l’altro giorno stavo comprando una mozzarella a panetto e ho guardato per caso la scadenza. QUATTRO mesi prima. Tutto lo scaffale era così. L’ho segnalato all’addetto, che ha prontamente rimosso tutto, ma non è la prima volta che mi capita, in entrambe le catene.
Fresh Market e Whole Foods
Chi ricerca la qualità, il prodotto di nicchia, i cracker salati con sale del mar morto raccolto da vergini tibetane, va a fare la spesa in queste due catene. Qui la pulizia, la cortesia e l’assortimento si pagano, ma è un piacere fare la spesa. Mi dicono che Whole food si sia ridimensionato dopo essere stato acquistato dal gruppo Amazon. Di sicuro con l’abbonamento Prime hai diritto a scontistiche particolarmente buone e con la carta di credito di Amazon anche a un cash back di 5% sulla spesa, che non è male: il problema è che c’è talmente assortimento che alla fine, entrata per una scatola di lamponi in offerta, esci con 30 dollari di extra. Però carne e pesce sono decisamente superiori rispetto a tutte le altre catene. Da Whole food è possibile trovare anche il pesce intero (se si riesce a convincere il commesso a non sezionarlo) e, comunque, ha un assortimento più vasto di quello che si può trovare localmente.
Assieme a Fresh Market, hanno anche una varietà incredibile di prodotti dal mondo. Harissa, salsa di fagioli neri, confetture inglesi, pasta di Gragnano, qualunque ingrediente atipico qui si trova con facilità. I prezzi? sulle stesse referenze, anche 2-3 dollari più di Walmart, che su un prodotto da 2,90 dollari di base non è poco. Ma si paga l’ambiente (musica classica, grossi tini di legno per le verdure, gentilezza e assortimento) e la qualità. Da Whole Food è presente anche un angolo buffet, con ampissima varietà, dove si può acquistare cibo pronto e mangiarlo nell’area esterna alle casse. Si può scegliere cucina asiatica, americana, italoamericana, casalinga, vegetariana, pollo fritto, sushi, tutto tenuto in caldo nelle vasche in aggiunta a quello del banco gastronomia, che completa l’offerta davvero in un modo da far invidia a quella di un resort di lusso.
Se volete portare un dolce a casa di qualcuno, o acquistare delle “paste” per una ricorrenza, le pasticcerie di WF e FM sono sicuramente la scelta più valida perché più simili ai nostri gusti. In generale, se siete in giro e avete fame, un pranzo da Whole Food non vi farà rimpiangere il ristorante. Non posso dire lo stesso della gastronomia di Fresh Market, credo sia in assoluto la peggiore del panorama locale: cibi americani pieni di salse cremose e pasta stracotta, selezione di carni arrosto secche e poco invitanti. In compenso, da Fresh Market è presente un kit cena molto interessante. Ogni settimana offrono un pasto da assemblare e cuocere per solo 25$. Ad esempio, può esserci la fajitas, con una scelta di carne, le verdure pretagliate, tortilla, salsa e dessert. Oppure la Jambalaya, una specie di paella con riso, salsicce, verdure, proteine, spezie e macedonia. Insomma, è un modo carino per variare il menù in modo sano risparmiando tempo e denaro.
Trader Joe’s ( il cugino di Aldi)
Sono l’isola felice degli italiani (e non solo) in USA. Importano prodotti europei e i prezzi sono nella norma.. Funghi surgelati, olio, salumi italiani, buoni formaggi e, soprattutto, da TJ è possibile trovare la miglior pasta sfoglia disponibile in zona, anche se solo durante il periodo natalizio. I loro prodotti surgelati sono sempre sfiziosi, meno “artificiali” di quelli locali e molto simili al nostro gusto; anche le confezioni, rispetto alla norma, sono più contenute: non è raro trovare mono o biporzioni. Tra le cose imperdibili da TJ, la pasta (che mi risulta essere prodotta da La Molisana), l’olio, il pomodoro in lattina, la burrata, il panettone di Natale e il mascarpone, l’unico con cui sia possibile fare un tiramisù decente. Da Aldi, invece, si trovano frutta e verdura spesso a km0, wurstel di tipo europeo (qui in USA generalmente sono sempre di beef e molto affumicati) e ottima cioccolata. Durante il periodo pasquale, si trovano le uova di Pasqua: anche se contengono cioccolatini e non sorpresa, si tratta di due metà distinte, per cui è possibile sostituirne l’interno con una piccolo regalo e incollare le due parti, passandole su una padella calda.
Costco
Costco incarna il sogno americano. Enormi magazzini con confezioni- famiglia dei prodotti più utilizzati. Per accedere è necessario essere soci della catena, ma una volta pagata la card annuale il risparmio ripaga l’investimento. Qui si trovano prodotti (dal cibo, ai mobili per interno o esterno, dai grandi elettrodomestici ai medicinali e cibo per cani) con gli stessi prezzi ,o quasi della grande distribuzione. L’unico problema che le confezioni sono davvero molto grandi, un esempio per tutti: una confezione di carne macinata non pesa meno di 2 chili e mezzo.
Non c’è un grande assortimento di marche, anche se per ogni referenza c’è un solo brand e di solito è il più apprezzato o diffuso. Per noi italiani è un punto di riferimento per il Parmigiano Reggiano, il crudo Citterio, il prosciutto cotto Principe, il panettone prodotto dalla Maina… Per gli americani invece è il negozio dedicato alla scorta soprattutto di carne e all’acquisto del loro famoso pollo arrosto a 5 dollari, cosi come gli invitanti vassoi già pronti per i party.
Ovviamente, rispetto ai prodotti a cui siamo abituati, la scelta sugli scaffali è davvero diversa.
Se noi abbiamo corsie di passata di pomodori e pelati a varie granulometrie, qui lo stesso spazio è occupato da salse come Marinara, Alfredo, Vodka e discutibili carbonare. La scelta delle salse con cui accompagnare carni, pesci o insalate occupa spesso ben più di una corsia, come testimonia la foto seguente (N.d.A. si tratta di metà corsia, il lato opposto era analogo) e, in generale, le confezioni sono davvero più grosse di come siamo abituati in Italia.
Il punto di forza dei supermercati Costco è la Food court, dove è possibile acquistare un hot dog con Coca Cola a 1,5 dollari o un grosso trancio di pizza per meno di un paio di dollari.
Oltre a questi, che sono i più diffusi in questa zona, ci sono anche altri supermercati. Alcuni hanno una connotazione prettamente etnica, e servono la parte di popolazione di origine Latinoamericana, come i President, o asiatica come K-Mart. Altri sono specializzati in un particolare settore, ad esempio i congelati, si possono quindi acquistare solo carni surgelate, dal coniglio allo struzzo, dal maiale intero all’agnello, oltre a una scelta infinita di beef, pork e pollo.
I food desert, cosa sono?
Da quello che ho scritto finora sembra proprio che, quando si pensa alla disponibilità alimentare in USA, dove dopo un primo smarrimento iniziale dovuto forse all’eccesso di offerta, sia abbastanza semplice districarsi tra qualità e offerte. Purtroppo non è così ovunque. A fare da contraltare, ci sono i Food Desert: aree urbane o rurali in cui non è per niente scontata la disponibilità di cibo fresco e sano. Aree che hanno accesso solo a convenient store (una specie dei nostri autogrill, su piccola scala), gas station e fast food. Dove acquistare verdura o frutta fresca è praticamente impossibile, e se si trovano si tratta giusto di mele e banane.
In genere si definisce food desert una zona in cui non c’è accesso a supermercati con cibo vero nel raggio di 2 km per quanto riguarda le aree urbane e 18 km per quanto riguarda le aree rurali.
Il grosso problema è che queste zone sono generalmente abitate da persone con un reddito veramente basso, pertanto non hanno spesso disponibilità di un trasporto autonomo con cui recarsi a fare la spesa.
Questo instaura un circolo vizioso per cui le persone si abituano a mangiare male e, anche quando si trovano ad avere accesso a cibo sano, non riescono ad apprezzarlo.
Nei gruppi di espatriati in USA, a volte si parla di dove reperire certi ingredienti. Capita spesso che, chi vive nelle zone centrali, magari nei deserti al confine tra Texas e California, o anche in zone più interne, possa contare solo su un Walmart a 45 minuti e su una stazione di servizio per le emergenze. E allora davvero, riuscire ad avere una alimentazione sana e equilibrata diventa la vera sfida.
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