Dunque, a maggio del 2019, non ricordo esattamente in quale giorno, ho preso l’irrevocabile decisione di smettere di bere. Da quel giorno è iniziata un’interessante ricerca di oggetti sostitutivi per vino, birra e superalcolici vari. Mi era successo in precedenza di venire a contatto sporadicamente con il mondo alcol free.
Una sera, per esempio, un’amica ospite, di fede islamica, aveva portato due bottiglie: una di vino bianco e una di vino rosso senz’alcol. Essendo l’amica nigeriana, anche se non vestiva lo chador, ho pensato subito ad una motivazione religiosa. Tuttavia non ho pensato che magari aveva portato quel vino per non sentirsi in imbarazzo a dichiarare la sua sobrietà, nel momento in cui, inevitabilmente, si sarebbe stappato del vino a tavola. Ho catalogato la stranezza semplicemente come una stranezza e le due bottiglie non so più dove sono andate a finire…
Il fatto è che quando bevi trovi molto strano che qualcuno possa non bere. Ma dato che nella vita, come dice James Bond, mai dire mai, arriva il giorno in cui ti trovi tu a dover fare i conti con la tua sobrietà e quindi a misurarti con l’imbarazzo nel momento in cui dici: “no grazie, ho smesso di bere”. Ed impari presto a correggere il tiro non dicendolo più, perché se dici “ho smesso di bere” devi iniziare a dare una serie di giustificazioni, alla fine ti incarti e non esci più.
Però più procedi nell’ebbrezza e più tendi a stramangiare. Alla fine entri in un circolo vizioso, mangia e bevi, mangia e bevi e per mezzanotte sei gonfio come un otre, ripieno come un tordo, ed al mattino ti svegli come se stessi sul fondo del sifone del tuo bidet. Certo, magari non tutti ma per me era così! Visto che dovevo dimagrire, e sono poi effettivamente dimagrito, dovevo per forza tagliare l’alcol. Quindi iniziai l’esplorazione di questa nuova galassia di gusti e consistenze e questa avventura è stata foriera di una serie di notevoli sorprese.
Ero fermo, nell’esplorazionee della galassia alcol free, ad un paio di marche di birre tristemente famose per la loro inesorabile cattiveria e, come se ciò non bastasse, anche dotate di un bel carico di calorie, nonostante la mancanza di alcool. Ma io adoro la birra, adoro il profumo del luppolo. Trovo che una birra gelata, alla fine di una giornata di lavoro, sia uno dei piaceri irrinunciabili della vita. È una sorta di rituale che chiude con la fatica ed apre il tempo del meritato svago. Quindi, una volta passati i primi sei mesi di sobrietà, sentendomi al riparo da eventuali ricadute, mi sono messo a cercare la birra analcolica perfetta. In un curioso gioco di sincronie, dopo un paio di tentativi andati buchi, sono incappato nel primo dei produttori di buonissima birra analcolica. Come? Potere del marketing: è apparsa una pubblicità sulla mia bacheca di Face Book
Tuttavia, per quanto buona, un po’ calorica è, questa birra. Ma la tendenza alle birre analcoliche è stabilita, ed in questo paese, alla costante ricerca di nuove nicchie di mercato, ha iniziato a fiorire un bellissimo mercato con un sacco di raffinata ricerca dietro. La maggior parte di questi beveroni sono non potabili ( in tal proposito, riguardo ai sostituti, una volta vi scriverò del tonno in scatola vegano, brrrr! ), ma sino ad ora questi due produttori hanno fatto totalmente centro.
Il segreto sta nel processo: queste birre non sono prodotte fermando la fermentazione prima che si formi alcol in quantità sufficiente. Attenzione, nessuna birra analcolica è comunque totalmente priva di alcool. Un residuo minimo, di solito intorno o inferiore al 0,5% di gradazione, rimane. Quindi, se volete o dovete evitare totalmente l’alcol, queste birre non fanno per voi. Solo che, nelle birre dove viene fermata la fermentazione, il sapore rimane sostanzialmente quello di malto annacquato, uno sorta di cartone bagnato dolciastro. Nelle birre sottoposte a filtrazione selettiva o a microfermentazione, come nel caso della brew dog invece, la birra completa la fermentazione, sviluppando a pieno tutti i profumi e la consistenza di una birra regolare. Meraviglia!
Brew dog, è la marca di una famosa birreria scozzese, che si è messa a fare non una ma ben 6 birre analcoliche, veramente buonissime e con un massimo di 77 calorie, ogni 33 cl. Ce n’è una buonissima a 21 calorie, e sono davvero sorprendenti.
https://shopusa.brewdog.com/collections/non-alcoholic
Tuttavia le sorprese in questo campo non sono finite. Perché ancora, nonostante la bontà, rimane un po’ il problema delle calorie. Ma niente paura, c’è una compagnia di Boulder in Colorado che, diabolica, è riuscita a fare un prodotto ancor più sorprendente: un infuso di luppoli da birra pregiati, variamente miscelato con vari tipi di the o camomilla, oppure in purezza, per una bevanda totalmente naturale, priva di qualsiasi artificio o conservante, assolutamente a zero calorie.
Lo spirito della birra, il suo profumo inebriante, la sua essenza assoluta, senza neppure una caloria. In sopravanzo, il luppolo ha tutta una serie di proprietà benefiche. Rilassante, contro la gastrite nervosa, antiossidante. Persino anti tumorale. Spero che queste bevande abbiano una maggiore diffusione nei bar e nei ristoranti, è così frustrante non poter ordinare nulla di più saporito dell’acqua gasata quando ceni fuori con gli amici. Perché io sono italiano, anche se vivo a Miami, non ho assunto nessuna cattiva abitudine alimentare tipa degli Ammerregani, tipo gonfiarsi con litri di bevande gassate e zuccherine o piene di dolcificanti artificiali di dubbia salubrità.
Spero che seguano presto anche sostituti del vino, perché in questo campo di strada da fare ancora ce n’è tantissima. Per il momento bevi birra e campi cent’anni, ma, sopratutto, bevi birra e sai cosa bevi, come diceva Renzo Arbore: “meditate gente, meditate!”. Diavoli di Ammerrgani! Siano benedetti, in certi casi. O no?