Mar Rosso, la nuova puntata della guerra mondiale a pezzi
L’espressione “guerra mondiale a pezzi”, coniata da Papa Francesco, è particolarmente calzante per descrivere lo scenario attuale. La crisi mediorientale ha implementato le tensioni che prima sembravano localizzate principalmente nel teatro Est-europeo. Oggi, invece, assistiamo al tutti contro tutti, in un drammatico braccio di ferro che stabilirà i nuovi equilibri del mondo multipolare. Delle numerose crisi in atto, quella che si sta svolgendo tra il Mar Rosso e Bal al-Mandab ha un interesse particolare per noi europei.
Le conseguenze degli attacchi perpetrati dai ribelli Houthi ai danni delle imbarcazioni di fronte allo Yemen sono infatti potenzialmente esiziali per gli approvvigionamenti del Vecchio continente. Circumnavigare l’Africa per connettere Asia ed Europa significa tornare alla metà dell’Ottocento, quando non era ancora stato realizzato il Canale di Suez (terminato nel 1867 e inaugurato due anni dopo). Proprio su un tale scenario da incubo si stanno confrontando a Bruxelles i ministri degli Esteri dei Paesi membri.
La sinergia tra Roma, Parigi e Berlino
Italia, Francia e Germania sono in prima linea nel dar vita a una missione militare in difesa delle imbarcazioni di passaggio nell’Oceano Indiano e nel Mar Rosso. Aspis, questo il nome dell’iniziativa, presenterà regole d’ingaggio diverse rispetto a Prosperity Guardian, la missione guidata dagli Stati Uniti. Questa, infatti, ha un approccio molto più aggressivo, prevedendo anche bombardamenti delle postazioni Houthi. L’obiettivo dei convenuti a Bruxelles è quella di varare Aspis da qui alla riunione che si terrà il 19 febbraio.
“L’Italia – ha dichiarato questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani – è fortemente determinata a difendere il traffico commerciale che attraverso il Canale di Suez passa nel Mar Rosso. C’è già un’operazione europea alla quale partecipa l’Italia con due fregate, bisogna allargare i confini dell’operazione militare”. La missione a cui fa riferimento il titolare della Farnesina è Emasoh Agenor, varata nel 2020 dietro proposta francese per monitorare lo stretto di Hormuz. Questa volta, invece, l’iniziativa è partita dall’Italia, venendo prontamente recepita dai partner europei.
“Su proposta italiana – ha proseguito Tajani – i ministri degli Esteri Ue daranno vita a un’altra missione più forte, che vada dallo Stretto di Hormuz e arrivi a Suez. Una missione militare con grande determinazione nella difesa del traffico mercantile e l’Italia è pronta a fare la sua parte“.
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