La pandemia da Covid-19 ha scatenato una crisi sanitaria ed economica devastante per tutti i paesi del mondo, tranne la Cina che ne esce vincente.
Con sorpresa ma non troppa, dopo un anno di pandemia la Cina registra una nuova ricchezza con la crescita del prodotto interno lordo del 2.3% , mentre gli Stati Uniti – con una vaccinazione di massa in corso – riaprono lentamente le attività rimettendo in moto l’economia. Il Presidente Joe Biden ha annunciato pochi giorni fa un piano di oltre due trilioni di dollari per nuove infrastrutture e ha replicato il PPP (piano di aiuti alle imprese e famiglie) ideato dall’ex presidente Trump agli albori della pandemia.
Gli Stati Uniti lanciano una sfida economica al governo di Pechino, una battaglia difficile ma non impossibile. La piu grande democrazia dll’Occidente contro la Repubblica Popolare monopartitica, una sfida ad armi impari con un avvio sbilanciato: il colosso asiatico ha sconfitto il virus in 10 mesi e dato una accelerata all’economia con una previsione di crescita del PIL nel 2021 del 6%.
Il “metodo cinese”.
In risposta all’epidemia di Covid-19, la Cina ha adottato quello che gli economisti hanno classificato come “metodo cinese” ovvero il sistema centralizzato “China’s successful control of Covid-19” – , pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica The Lancet.
Un piano governativo basato su rigore ed intransigenza con la soppressione totale delle libertà personali e il carcere per i negazionisti che hanno pagato anche con la vita ogni trasgressione.
Verità omesse e nuova ricchezza
La storia del Covid in Cina parte da una bugia, ma questo è risaputo. Il governo socialista era a conoscenza della presenza nel Paese del virus SARS-Covid2 già nel mese di settembre del 2019, ma ne informava la OMS (organizzazione Mondiale della Sanità) solo tre mesi dopo, quando nella città di Wuhan, centro abitato fino allora sconosciuto ai tanti, si contavano oramai migliaia di morti.
Una omissione fatale per il mondo intero che ha consntito la diffusione planetaria del virus in poche settimane.
Il tempo. È stato il tempo a fare la differenza, lo stesso tempo che oggi segna la sperequazione di crescita con il resto del mondo e che ha consentito al governo di Xi Jinping di mettere in piedi una organizzazione nazionale senza precedenti con molto anticipo. Ospedali da campo costruiti in tempi record e tutto il personale sanitario allertato, libertà personali (quelle poche consentite) azzerate, nessuna deroga all’uso della mascherina e per i trasgressori arresto e condanna senza processo. I controlli avvenivano dall’alto con droni dotati di altoparlanti che intimavano ai cinesi il rispetto delle regole. Secondo fonti non ufficiali, migliaia di persone sospettate di essere positive sarebbero state prelevate dalle proprie abitazioni, talvolta incatenate per non fuggire, e portate via con la forza.
La Cina è stato il primo Paese a sviluppare un vaccino, in agosto 2020 milioni di residenti erano gia stati vaccinati( i tempi di sperimentazione erano sufficienti?)
La rapidità della risposta sarebbe stata il fattore cruciale nella sconfitta del virus? Probabilmente si, ma la verità potrebbe essere miseramente un’altra: se le notizie non si diffondono non sono mai accadute. E il dubbio è lecito, i numeri non tornano. Un miliardo e mezzo di persone e i dati di contagio a febbraio registravano solo 100,655 positivi e 4.831 decessi. Nello stesso periodo gli Stati Uniti – 350 milioni di cittadini residenti- pubblicavano 30.2 milioni di casi accertati e 500 mila decessi . La libertà di stampa in Cina sicuramente ha avuto un ruolo centrale nella diffusione di queste notizie.
L’economia cinese non si è mai fermata
Nel mese di marzo 2020 la crisi dei dispositivi di sicurezza personale è stata risolta proprio dalle fabbriche cinesi, il paese, noto per essere il più grande produttore mondiale di dispositivi di protezione individuale, ha messo al lavoro tutta la mano d’opera disponibile e in poche settimane ha esportato milioni di camici, mascherine chirurgiche, guanti monouso e prodotti sanificanti. Chi li ha prodotti e in quali condizioni di lavoro, non è dato sapere, ma il surplus della bilancia commerciale pari a 103,25 miliardi di dollari oggi è molto al di sopra delle attese. Nei primi due mesi del 2021 le esportazioni sono balzate del +60,6% rispetto allo stesso periodo.
Gli Stati Uniti ingranano la marcia
La sfida alla Cina è iniziata, l’America riparte e mette in campo circa due trilioni di dollari per famiglie e imprese. Grazie alla campagna vaccinale in corso (due milioni di nuovi vaccinati al giorno), negli Stati Uniti l’economia mostra forti segnali di ripresa. Le attività produttive ripartono e il tasso di disoccupazione scende al 6.2% , circa il 9% in meno rispetto a 12 mesi fa. Uno stimolo all’economia che ha dato immediatamente i risultati sperati: 379.000 nuovi posti di lavoro creati a febbraio mentre l’aspettativa era di 240.000 nuove assunzioni. A gennaio l’occupazione in America era cresciuta di 166.000 nuovi posti di lavoro e quindi in febbraio la creazione di posti di lavoro è più che raddoppiata.
Il neo presidente Joe Biden, che aveva promesso in campagna elettorale ulteriori restrizioni “cento giorni di mascherina obbligatoria per tutti” ha invertito la marcia e seguendo la scia della lungimirante politica economica dell’ex presidente Donald Trump ha riutilizzato il PPP, il piano di aiuti alle imprese, lanciato nell’Aprile del 2020.
1,9 trilioni di dollari stanziati a marzo per finanziamenti a fondo perduto a favore di tutte quelle imprese che si impegnavano a mantenere i livelli occupazionali pre COVID.
Anche le fasce sociali più fragili stanno beneficiando di sostegni economici, in questi giorni il Ministero del tesoro – IRS – sta inviando un contributo di 1400 dollari a tutti gli americani in difficolta economica,contributi che si aggiungono al trilionario welfare dedicato alle fasce più deboli per assicurare l’assistenza sanitaria e abitativa.
Una politica di assistenza inaugurata con il CARES ACT a marzo del 2020; l’ex inquilino della Casa Bianca mise nelle tasche di famiglie ed imprenditori circa due trilioni di dollari per contrastare lo shock di liquidità causato dalla pandemia, stanziò miliardi di dollari alle case farmaceutiche per la ricerca di un vaccino anti Covid e mobilitò la sanità privata per consentire a tutti gli americani l’accesso gratuito ai tamponi Covid.
Una bella eredità che permette oggi all’economia americana di risalire la china e mantenere il passo al concorrente asiatico. Washington punta su investimenti pubblici per infrastrutture ed innovazione tecnologiche con un piano di investimenti di 2.3 trilioni di dollari, si stimano milioni di nuovi posti di lavoro.
Le previsioni
Secondo gli economisti entro la metà del 2021 i dati economici torneranno ai livelli ante pandemia, nonostante i 31.2 milioni di americani contagiati dal Covid e i 566mila morti.
Se le previsioni saranno giuste a metà del 2021 gli Stati Uniti e la Cina saranno le uniche due grandi economie al mondo a vedere il loro prodotto interno lordo crescere.
Le due superpotenze economiche mondiali si sfidano ad armi impari nella lotta al Covid 19 e questo dovrebbe far riflettere sulla politica estera e gli affari internazionali che si possono tessere con Paesi dove i diritti umani sono negati.
Covid-19, tutti poveri tranne la Cina ma Gli Stati uniti ingranano la marcia