Vinitaly 2025: l’eccellenza italiana alla prova dei dazi
È stata inaugurata ieri Vinitaly 2025, l’iconica manifestazione veronese che attira compratori da tutto il mondo. Arrivata alla 57esima edizione, la manifestazione vede la presenza di 4.000 aziende, con acquirenti provenienti da ben 140 Paesi. 18 i padiglioni che ospiteranno espositori e visitatori da qui a mercoledì 9 aprile, data di chiusura della kermesse. All’inaugurazione erano presenti i Ministri Luca Ciriani, Adolfo Urso, Francesco Lollobrigida e Alessandro Giuli.
Hanno ovviamente partecipato all’evento il Presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, il Sindaco di Verona Damiano Tommasi, il Presidente della Provincia Flavio Massimo Pasini e la Vicepresidente del Parlamento Europeo Antonella Sberna.
Il settore del vino italiano vale complessivamente 45 miliardi di euro. Di questi, le esportazioni rappresentano 8,1 miliardi. Comprensibile dunque che l’introduzione dei dazi USA da parte dell’amministrazione Trump abbia provocato un certo timore. Nonostante ciò la fiducia dei compratori stranieri (e americani in particolare) sembra molto alta. Basti pensare che a Vinitaly 2025 sono circa 3.000 gli operatori del settore provenienti dagli States.
“Noi al mercato americano non rinunciamo – ha precisato il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – e soprattutto gli statunitensi non sono disponibili a rinunciare al nostro mercato”.
“Guardando i dati anche di situazioni analoghe – ha continuato Lollobrigida – la flessione dei vini di qualità, cioè vini italiani, è stata minima o nulla, e il nostro export quest’anno tocca il record della sua storia. È un dato che voglio sottolineare, perché è merito soprattutto degli imprenditori ma anche di un governo che sta aprendo tante porte, rafforzando vecchi mercati e aprendone di ulteriori”.
“L’Italia, con il governo di Giorgia Meloni, ha un ruolo cruciale nell’Unione Europea – ha invece dichiarato il Ministro del Made in Italy Adolfo Urso – e nei rapporti transatlantici, di conseguenza può aiutare a portare sui binari giusti, del dialogo, il confronto tra Europa e Nord America. All’Europa chiediamo una reazione non di pancia, ma una reazione ragionata, responsabile, consapevole, perché dobbiamo assolutamente evitare una guerra commerciale”.