Con 3,7 milioni di presenze nel 2019 (ultimo anno pre-Covid) Napoli è rimasta saldamente in testa alla classifica delle città più visitate nel Sud Italia, registrando (oltretutto) una crescita del 13,6% sul 2018. Il capoluogo campano vive una fase di progressiva ascesa, di sviluppo agevolato da scelte imprenditoriali e amministrative lungimiranti e dalla vivacità del tessuto socioculturale. Aspetti non secondari che rafforzano il fascino di una città con pochi eguali nel mondo, come patrimonio artistico, tradizioni ed enogastronomia.
Storia e leggenda
Dopo secoli di dibattito sulla datazione della nascita di Napoli, gli storici hanno convenuto che Napoli è fondata dai greci col nome di Parthenope nell’VIII secolo a.c. e, successivamente, rifondata con l’appellativo di Neapolis (città nuova) nel VI secolo a.c, diventando una delle metropoli più importanti della Magna Grecia. Intorno alla nascita di Napoli, però, ci sono anche molte leggende suggestive che parlano di amori contrastati. Una narra della sirena Partenope, che invaghitasi di Ulisse ma rifiutata dall’eroe, si suicidò gettandosi dalla roccia più alta. Il suo corpo si dissolse nelle acque del golfo e una volta raggiunto l’isolotto di Megaride, si trasformò in una meravigliosa città. A conferma di tutto quanto i napoletani individuano la testa di Partenope dove sorge la collina di Capodimonte mentre la sua coda sarebbe la lingua di terra di Posillipo. Una seconda versione, diffusasi a partire dal 1800, sostiene, invece, che Partenope si innamorò – ricambiata stavolta – del centauro Vesuvio, ma Zeus, geloso, trasformò Vesuvio in un vulcano, separandolo per sempre da Partenope, che per il dolore si tolse la vita. Oggi la città racconta, con il suo immenso patrimonio artistico- architettonico questo ed altro, le numerose dominazioni: Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Francesi e Borboni.Un intreccio di culture, miste a leggende e miti, che fanno della capitale del Sud Italia una città unica nel suo genere.
Il sottosuolo da visitare
Acqua e fuoco, mare e vulcano, in effetti si osservano da millenni donando a Napoli tutto il suo fascino, che non si manifesta solo attraverso i siti culturali e monumentali più noti (da piazza del Plebiscito al Maschio Angioino sino a Castel dell’Ovo e alla Cattedrale) ma attraverso luoghi meno conosciuti. Se vi trovate in città, ad esempio, non potete esimervi dal visitare la Napoli sotterranea, un viaggio nel sottosuolo della metropoli, attraverso cunicoli e tunnel scavati nel tufo, a quaranta metri di profondità.Una città sotto la città. i cui primi scavi risalgono a 5000 anni fa. Luoghi oggi visitabili che nei secoli hanno avuto diverse destinazioni.
Furono i greci ad iniziare gli scavi per ricavare il tufo necessario alla costruzione della loro Neapolis. Lo sviluppo imponente del reticolo dei sotterranei però iniziò in epoca romana, durante il dominio augusteo. In quel tempo la città fu dotata di gallerie viarie e soprattutto di una rete di acquedotti complessa, alimentata da condotti sotterranei provenienti dalle sorgenti del Serino, a 70 km di distanza. Gli stessi luoghi furono utilizzati invece durante il secondo conflitto mondiale come rifugi antiaerei. Ancora oggi ,durante la visita potrete vedere i resti di quella che fu la vita di chi scappava dalle bombe e dalla morte.
Tour Napoli esoterica
Per chi ama conoscere usi e costumi del popolo napoletano, consigliamo il tour “Napoli esoterica”. Un viaggio alla scoperta dei miti, fantasmi, culti e segreti della città. Partendo proprio dalle viscere della città potreste vivere una esperienza unica, perché girovagando tra i cunicoli potrebbe capitarvi di incontrare O’ Munaciello, una sorta di spiritello che visita le case dei napoletani (in particolare di alcuni quartieri), potendo dispensare benefici (lasciando soldi nelle abitazioni) o dispetti. Il nome deriva dall’aspetto: un omino di bassa statura deforme (una specie di gnomo) vestito con un saio che ricorda quello dei domenicani. Secondo una delle versioni il munaciello sarebbe lo spirito del figlio di una nobildonna vissuta nel XV secolo frutto di una relazione clandestina e partorito nel convento dov’era stata rinchiusa per punizione. Per altri, invece, questo personaggio altro non sarebbe che una invenzione per giustificare la presenza di un uomo in casa di nobildonne durante l’assenza del marito. Il miglior modo per dare una risposta esauriente e inconfutabile alla domanda del coniuge geloso “Chi c’era in casa con te? “.
… e la janara
In materia di leggende e folclore Napoli non ha eguali in Italia. In alcune famiglie, ad esempio, si tramanda la leggenda della janara, una strega che di notte rubava le giumente (oggi non più) o si siede sul petto del malcapitato di turno (mentre dorme) lasciandolo come paralizzato nel sonno. Per proteggersi bisogna lasciare, fuori dalle case, una scopa o un sacco di sale perché la janara non può resistere alla tentazione di contare i chicci e le setole. Attività che la impegna sino al levare del sole, quando sarà costretta a scappare.
Fede e devozione, il culto della fertilità
All’ingresso dei quartieri spagnoli, nel cuore di Napoli si trova la chiesa di S. Maria Francesca delle cinque piaghe, la santa a cui si rivolgono le donne che aspirano a diventare mamme. Il luogo è meta di pellegrinaggi e a testimonianza dei miracoli avvenuti nella casa ci sono una miriade di nastri rosa e azzurri e foto di bambini lasciate dalle donne che proprio a Maria Francesca si sono rivolte, pregando di restare incinte o per il buon esito della loro gravidanza. Nella stanza accanto c’è la famosa sedia dove la santa riposava affetta dai terribili dolori a causa delle molteplici malattie. Secondo il credo popolare una donna che non riesce ad avere una gravidanza deve sedersi e pregare su quella sedia conosciuta come “sedia della fecondità”.
Ben più noto, sempre in ambito sacro, è il miracolo di S. Gennaro, la misteriosa liquefazione del sangue del santo che avviene (quasi sempre) tre volte l’anno: la prima a maggio, la seconda il 19 settembre (data in cui si ricorda il martirio di Gennaro) e la terza il 16 dicembre, in ricordo di quel 16 dicembre 1631 in cui il santo (secondo la leggenda) avrebbe salvato Napoli dalla colata lavica provocata dal Vesuvio.
D10S Maradona
Dalle divinità religiose a quelle profane: a Napoli il confine è molto labile e ne è testimonianaza nei quartieri spagnoli, in via Emanuele De Deo, uno dei più noti murales di Diego Armando Maradona, realizzato su un palazzo di sei piani nel 1990, dopo il secondo scudetto conquistato dal Napoli. Dopo la morte del fuoriclasse argentino questo luogo è divenuto una vera meta di pellegrinaggi, con tanto di omaggi floreali lasciati dai tifosi, partenopei e non solo. Più recente, nel 2017 è stata realizzata dall’artista napoletano di origini olandesi –Jorit Agoch – una seconda opera maestosa e splendida: un Maradona rappresentato con una folta barba e uno sguardo deciso e severo tratto da una foto di quando allenava la nazionale argentina Un grande murale che appena terminato ebbe subito una grande rilevanza mondiale e fu pubblicata anche sul popolare quotidiano inglese “The Guardian” di un Maradona maturo (con tanto di barba brizzolata). L’opera è riprodotta sulle mura laterali di uno stabile delle case popolari in via Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio, quartiere popolare a pochi chilometri dal centro.
Napoli “Silicon valley europea”
Se volete conoscere la Napoli tecnologica e futuristica dovete assolutamente fare una tappa nella periferia est del capoluogo campano: a San giovanni a Teduccio, dove nel 2016 è stata inaugurata la Apple Developer Academy ,che fornisce agli studenti tramite tutor e docenti le basi per imparare a progettare un’app, a disegnarla, a produrla, a fare marketing, a renderla disponibile per gli utenti e a farne un business. Un hub tecnologico collegato all’Università Federico II di Napoli, che fa della città la terza in Italia per pmi e startup innovative (dati Mise).
Secondo la Cnn è tra le mete da visitare nel 2022. Una «città verace dai mille colori» per il“The New York Times”, che l’inserisce tra i 52 posti del nuovo anno per un «mondo cambiato». Unica italiana nella lista della sezione viaggi del network newyorkese assieme a Valencia, Oslo, Perù e Australia. Un anno fa il quotidiano tedesco “Der Spiegel” l’ha definita la “Silicon valley europea”.
Se volete continuare con una nuova tappa tra scienza e tecnologia vi consigliamo di programmare una visita a Bagnoli, alla Città della Scienza, il museo scientifico interattivo di Napoli dove vivere un’esperienza divertente per tutta la famiglia. Il primo museo scientifico interattivo d’Italia, dove la parola d’ordine è toccare e sperimentare per imparare divertendosi. Un’esperienza unica che coinvolgerà anche i vostri bambini.
Pizza e caffè
Nella città del mare, del sole, della pizza, spaghetti e pece fresco, per mangiare non c’è che l’imbarazzo della scelta, ma alcuni rituali non possono essere ignorati per sentirsi un napoletano a tutti gli effetti. Allora vi consigliamo di andare alla famosa pizzeria da “Michele” (in via Cesare Sersale), armandosi di sana pazienza (non accettano prenotazioni, si fa la fila) e senza pretese strane sul condimento: le pizze proposte sono poche, basiche, ma fatte a regola d’arte. Se poi volete gustare il delizioso caffè napoletano, accompagnato da una delle delizie della pasticceria napoletana (sfogliatelle ricce e frolle, babà , il famoso ‘ vesuvio’ e la pastiera – vi segnaliamo i bar piu famosi: Cafè do Brasil, il Bar Mexico, il Caffè del professore e il Caffè Gambrinus. Se consumate non dimenticatevi di lasciare un “caffè sospeso”, pagando una tazzina della preziosa bevanda per un povero che non se lo può permettere.