A Roma tiene banco Nova. Conte tra conferme e contestazioni
Che il Movimento 5 Stelle non goda di ottima salute è sotto gli occhi di tutti. I dati delle regionali sono soltanto uno degli ultimi segnali di allarme per la galassia pentastellata. Lo scontro tra i principali esponenti grillini del resto è ormai all’arma bianca. Non si contano gli attacchi del fondatore Beppe Grillo e quelli di Casaleggio Jr. a Giuseppe Conte, con l’ex premier impegnato a portare a definitivo compimento l’OPA sul movimento.
In questo clima si è tenuta ieri la prima delle due giornate di Nova, il momento conclusivo del processo costituente. Un evento che sta vedendo la partecipazione di migliaia di sostenitori. Al Palazzo dei Congressi dell’EUR non sono però mancate proteste contro l’attuale dirigenza pentastellata. Ieri, infatti, una ventina di contestatori ha fatto il proprio ingresso indossando magliette con l’immagine di Grillo e Casaleggio. “Venduti, siete come il PD” hanno scandito i fedelissimi del comico genovese, che hanno distribuito dei volantini e chiesto le dimissioni dei dirigenti in carica.
Immaginabile che qualcosa non filasse liscio viste le polemiche dei mesi precedenti, nonché lo scontro sui due mandati, sulle alleanze e sulla leadership del movimento. Nel pomeriggio è arrivato l’annuncio di Conte sul raggiungimento del quorum, necessario per far approvare le proposte emerse nel corso del processo costituente.
“Ci siamo incontrati, abbiamo discusso, ci siamo stretti in un grande abbraccio” ha poi scritto l’avvocato pugliese sui propri social. “Aver già raggiunto il quorum necessario per il voto è un bel segnale contro la disaffezione e l’indifferenza”.
Conte ha poi voluto ribadire la propria collocazione nel campo progressista. “Per me è uno spartiacque fondamentale – ha spiegato – perché dall’altra parte c’è la conservazione dello status quo. Progressista significa che non ti rassegni a diseguaglianze, privilegi e mancato riconoscimento dei diritti fondamentali. Progressista significa applicare la Costituzione”.
C’è chi però vede quanto sta accadendo nella capitale come un’operazione di facciata che non arresterà il declino pentastellato. È il caso di Casaleggio Jr. “Questa iniziativa è figlia di un fallimento elettorale dopo l’altro – ha commentato – Hanno pubblicato quanti sono anzi, quanti dovrebbero essere, gli iscritti: sono dimezzati rispetto a quando sono uscito, tre anni fa”.
“Questa gestione dall’alto non funziona – ha continuato il figlio del fondatore – è in declino. Il M5s è nella vecchiaia avanzata. Questo evento certifica la fine di un sogno. Mi sembra l’eclisse finale”.
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