Vino e cambiamento climatico
Da un’analisi svolta da BMTI sull’andamento dei prezzi delle uve da vino rilevati dalle Camere di Commercio nelle prime settimane della vendemmia 2023, emerge un quadro caratterizzato da un consistente aumento del prezzo delle uve utilizzate per la produzione di vini DOP-IGP, soprattutto sulle piazze del Centro e del Sud Italia. Un incremento che è dipeso dal calo della quantità di uve raccolte in queste zone, causato dall’andamento climatico avverso registrato nei mesi scorsi, come ad esempio le consistenti piogge di maggio, giugno e luglio, l’umidità e la forte variabilità delle temperature.
Il calo produttivo e certamente pesante nelle regioni centromeridionali ma non ne sono esenti quelle del Nord. In particolare, si rileva una riduzione media complessiva attorno al -9,5% al Nord, -29,5% al Centro, e -38,2% al Sud.
Gli effetti dell’anticiclone Bacco
Secondo l’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Uiv, se il caldo torrido di settembre -anticiclone di Bacco- ha influito positivamente sulla qualità delle uve, dall’altra ha determinato un alleggerimento dei frutti, con una conseguente riduzione volumica del raccolto 2023 , che si ferma all’interno di una forbice tra 38 e 40 milioni di ettolitri. Un ulteriore alleggerimento rispetto ai valori della vendemmia 2022.
I rincari dal nord al centro Italia
Rincari generalizzati per la vendemmia 2023 anche se restano piuttosto stabili i prezzi delle uve da vino del nord Italia, dove la produzione è rimasta sui livelli del 2022. Infatti, in Veneto, i prezzi delle uve destinate alla produzione di Amarone-Recioto DOC e Lugana DOC hanno subito una variazione del -2% rispetto a 12 mesi fa. Dopo la crescita degli anni scorsi, si registrerebbe invece un calo del -11% per le uve del Prosecco DOCG Conegliano Valdobbiadene. Stabili anche le uve piemontesi destinate al Barbera d’Asti DOCG e a Moscato DOCG.
Al contrario, tra i grandi rossi toscani, i prezzi delle uve destinate al Brunello di Montalcino DOCG, rilevati sulla piazza di Siena, mostrano una crescita di quasi il +15% rispetto al 2022. In alto, anche se con moderazione, i prezzi delle uve del Nobile di Montepulciano DOCG. Crescono, inoltre, del +6% su base annua le uve del Chianti Classico DOCG. Risultano, invece, significativi gli aumenti delle quotazioni delle uve destinate al Montepulciano d’Abruzzo DOC (+40% rispetto a un anno fa) e del Pecorino d’Abruzzo DOC (+50%), conseguenza della forte riduzione produttiva che ha colpito la regione Abruzzo.