Tokyo e Washington unite per impedire le armi nucleari nello spazio
Un’iniziativa dal forte valore simbolico quella messa in campo da Giappone e Stati Uniti. Come è noto, questi due Paesi sono gli unici nella storia ad aver, rispettivamente, subìto e sferrato attacchi con armi nucleari. Emblematico che la mossa parta dunque da loro.
Il proliferare dei conflitti e la nuova frattura Est-Ovest preoccupano del resto tutti gli osservatori internazionali. Lo spazio in tal senso assume una rilevanza fondamentale, diventando un teatro da cui si rischia di moltiplicare morte e instabilità. Per questo Tokyo e Washington hanno stilato una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il testo è finalizzato appunto a vietare l’utilizzo di armi nucleari nello spazio.
A rivelarlo è stata l’agenzia stampa nipponica Kyodo, che ha potuto visionarne il testo. Come riporta Agenzia Nova, nella bozza si chiede di “non sviluppare armi nucleari o qualsiasi altro tipo di arma di distruzione di massa specificatamente progettata per essere collocata in orbita attorno alla Terra”. Tale iniziativa è stata presa poche settimane dopo la notizia che la Russia avrebbe sviluppato una nuova arma antisatellitare. Questa disporrebbe di propulsione nucleare o potrebbe essere armata con armi atomiche. Un salto di livello verso la militarizzazione dello spazio, che, per quanto possibile, è interesse comune (forse velleitario) evitare.
Chi fa parte dell’attuale Consiglio di Sicurezza
Resta dunque da vedere quale scelta farà il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Ricordiamo che esso è composto da 5 membri permanenti (i “vincitori” della Seconda guerra mondiale, ossia Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti) e da 10 non permanenti. Per quanto riguarda i secondi, l’Assemblea Generale procede ogni anno all’elezione di 5 nuovi membri, che restano in carica per un biennio. Gli attuali membri non permanenti sono: Algeria, Corea del Sud, Ecuador, Giappone, Guyana, Malta, Mozambico, Sierra Leone, Slovenia e Svizzera.
I membri permanenti, peraltro, dispongono del potere di veto. In sostanza nulla può passare senza il loro assenso. Uno dei motivi per cui spesso l’azione delle Nazioni Unite risulta paralizzata. È comunque lodevole il passo compiuto da Tokyo e Washington. Sia per denunciare i rischi di tale deriva, sia per mettere ogni Paese di fronte alle proprie responsabilità in caso di escalation. Fermo restando che è sempre più evidente la necessità di riformare profondamente l’attuale architettura onusiana.