L’UE vira a destra, Orban dà vita a “Patrioti per l’Europa”
Nelle stesse ore in cui Macron si lecca le ferite, le forze sovraniste europee suonano la carica dopo l’avanzata registrata alle elezioni UE. A iniziare le danze Orban, che oggi ha lanciato una piattaforma politica per unire le forze a destra del PPE. Lo ha fatto insieme all’ex premier ceco Andrej Babis (a capo del movimento Ano) e al leader del Partito delle Libertà austriaco (Fpoe) Herbert Kickl. I tre si sono incontrati a Vienna, alla vigilia dell’assunzione da parte dell’Ungheria del semestre di presidenza UE. Non a caso c’è chi ha parlato di nostalgie austroungariche. Un’iniziativa, la loro, che potrebbe presto allargarsi a macchia d’olio. Italia compresa.
“Il cambiamento politico in Europa è iniziato! – ha spiegato Orban sul suo profilo X – Oggi abbiamo lanciato un nuovo gruppo politico con Andrej Babis ed Herbert Kickl. Gli europei vogliono tre cose: pace, ordine e sviluppo. Tutto ciò che ottengono dall’attuale élite di Bruxelles sono invece la guerra, i migranti e la stagnazione. In questa situazione, è nostro dovere far valere la volontà degli elettori. Tre partiti politici hanno unito le forze oggi: il partito austriaco più forte, il partito ceco più forte e il partito ungherese più forte”.
Successivamente il presidente ungherese ha assicurato che Patrioti per l’Europa “diventerà la rappresentanza più forte della destra europea all’interno del Parlamento Ue”.
Un appello a cui non è rimasto insensibile Matteo Salvini. “Se aderiremmo al gruppo dei patrioti lanciato da Orban in Europa? – ha commentato il leader leghista a Radio 1 – Unire chi mette al centro il lavoro, la famiglia, il futuro dei giovani mi sembra la strada giusta. È quel che la Lega auspica da tempo. Stiamo valutando tutti i documenti ma mi sembra la strada giusta”.
Un’eventualità che rischia d’isolare pesantemente Giorgia Meloni. Qualora dovessero aderire anche la Le Pen e i polacchi di Diritto e Giustizia (questi provenienti dall’eurogruppo presieduto proprio dalla leader di Fratelli d’Italia), la posizione della presidente del Consiglio in Europa sarebbe davvero precaria.
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