Trump dà 2 mesi di tempo all’Iran per un accordo sul nucleare

Il presidente USA vuole fermare la corsa al nucleare da parte di Teheran. Per l'Iran è uno dei momenti più difficili da decenni a questa parte.

Iran

L’aut aut di Trump

L’Iran non fa in tempo a leccarsi le ferite che nuovi ostacoli gli si frappongono davanti. Con Gaza distrutta, Hamas ridotta al lumicino, Hezbollah fortemente indebolita e la Siria passata in mani “nemiche”, Teheran ha davvero poco di cui sorridere. Eppure la sua debolezza può comportare altre rinunce e sconfitte.

La bomba atomica è vista da molti nella Repubblica Islamica come l’unica assicurazione sulla vita di una qualche credibilità (ma non da Khamenei che la considera un’ipotesi letteralmente blasfema). Ecco dunque che Trump prova a riportare al tavolo negoziale il Paese con cui aveva rescisso il JCPOA nel 2018.

A rivelarlo è stata Axios. Il tycoon avrebbe infatti inviato una lettera a Khamenei, dandogli due mesi di tempo per trovare un accordo sul programma nucleare. Più precisamente, è stato il suo inviato Steve Witkoff, nel corso di un incontro ad Abu Dhabi, a consegnare la lettera al Presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed Bin Zayed (MBZ). Questa è stata poi affidata a un altro emissario, Anwar Gargash, che a Teheran l’ha recapitata al Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi.

I rischi per l’Iran

Non è noto se i due mesi indicati da Trump siano già iniziati con la consegna della missiva oppure vadano considerati a partire dall’inizio dei negoziati.

Forse più chiare, drammaticamente chiare, le conseguenze di un eventuale rifiuto da parte dell’Iran. Si prospetta infatti il rischio di un attacco israeliano, coadiuvato da Washington, alle strutture nucleare del gigante persiano.

“Il programma nucleare iraniano – spiega Axios – è avanzato negli ultimi quattro anni ed è più vicino che mai alla produzione di un’arma nucleare”.

Le fonti citate dalla testata parlando di toni molto duri da parte di Trump. Ad ogni modo, né la Casa Bianca né la rappresentanza dell’Iran alle Nazioni Unite hanno commentato tale scambio. Oltre agli Emirati Arabi Uniti, dell’iniziativa americana erano stati informati preventivamente Israele e Arabia Saudita.

 

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