I tatuaggi sul corpo sono oramai una moda che coinvolge tutti a prescindere dall’età, ceto sociale, livello culturale. Tatuarsi la pelle, talvolta fino a rendersi irriconoscibili, è un fenomeno che interessa soprattutto i giovani.
Nella storia di molte civiltà, il tatuaggio rappresentava un messaggio, un ricordo da imprimere sul corpo a memoria di imprese talentuose. Snaturato nel suo significato più arcaico, oggi è una moda, uno status symbol che però può far male, fino a generare malattie mortali se praticato con inchiostri non a norma.
Lo studio americano
Negli Stati Uniti d’America, il prof. John Swierk della Binghamton University ha eseguito uno studio sulla composizione degli inchiostri utilizzati nella pratica del tatuaggio. Il ricercatore universitario ha esaminato nove diverse marche di inchiostro per dipingere la pelle del corpo – le più comuni negli Stati Uniti. I risultati, pubblicati dalla rivista scientifica Analytical Chemistry il 22 febbraio scorso, evidenziano la presenza di “additivi e/o pigmenti non elencati” in ben 45 inchiostri, l’83% del materiale analizzato.
Nelle conclusioni dello studio di Swierk si evidenzia che nella metà degli inchiostri esaminati sono stati rilevati elementi non citati nella composizione: “I principi adulteranti non elencati includono il polietilenglicole, il glicole propilenico e gli alcani superiori. Molti degli adulteranti comportano possibili rischi allergici o altri rischi per la salute. Più della metà dei colori contiene glicole polietilenico, altri il 2-fenossietanolo. In alcuni sono state individuate anche tracce di un antibiotico usato per trattare le infezioni del tratto urinario”.
Tutela della salute
Gli inchiostri per i tatuaggi negli anni precedenti al 2016 non erano mai stati oggetto di analisi scientifica. Solo a seguito dello studio eseguito dal “Tattoo Clinic“ del Bispebjerg University Hospital in Copenhagen, Denmark, dal 2008 to 2015, si è avuta evidenza di quanto potessero essere letali per la salute umana alcuni elementi cancerogeni trovati in essi. La ricerca su 405 individui evidenziava ben 493 complicazioni di salute causate dal tatuaggio, tra cui 184 casi di reazioni allergiche, 53 casi di infezioni batteriche e 46 complicanze psico-sociali.
Dal risultato di questa prima ricerca, è iniziata in molti paesi una campagna di informazione atta a tutelare la salute di chi scegli di tatuarsi.
La FDA negli States
Nel giugno 2023, la FDA ha pubblicato una bozza di linee guida dedicata ai produttori e i distributori di inchiostri per tatuaggi per riconoscere le situazioni in cui l’inchiostro per tatuaggi può essere contaminato da microrganismi, come batteri o muffe. La bozza di linee guida raccomanda, altresì, alcune misure che i produttori e i distributori possono adottare per aiutare a prevenire infezioni e malattie gravi.
Il vademecum del FDA raccomanda: ” Se hai appena fatto tatuaggio, potresti avere leggero arrossamento, gonfiore o calore sulla pelle dell’area interessata. Se l’area tatuata non guarisce o se si forma un’eruzione cutanea nella regione, è fortemente consigliato di contattare il proprio medico, soprattutto se tra i sintomi e presente anche la febbre
“Le infezioni più aggressive possono causare febbre alta, tremori, brividi e sudorazione. Il trattamento di tali infezioni potrebbe richiedere una varietà di antibiotici, possibilmente per mesi, o persino il ricovero in ospedale e/o un intervento chirurgico. Un’eruzione cutanea può anche significare che stai avendo una reazione allergica. E poiché gli inchiostri sono permanenti, la reazione potrebbe persistere”.
Lo studio ECHA
Uno studio sugli inchiostri per tatuaggi è stato effettuato anche in Europa. Nel 2015 la Commissione europea ha invitato l’ECHA, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, a valutare i rischi per la salute dei componenti contenuti negli inchiostri per tatuaggi e nel trucco permanente e a esaminare la necessità di una restrizione del loro uso nei paesi UE.
Sono stati analizzati 73 inchiostri per tatuaggi sul mercato ed esaminate le etichette con gli ingredienti. Lo studio ha rilevato che “il 93% degli inchiostri per tatuaggi, acquistati, violava i requisiti legali europei sull’etichettatura”; mentre “Il cinquanta per cento degli inchiostri per tatuaggi dichiarava almeno un ingrediente del pigmento in modo errato”, hanno scritto gli autori. “Il 61% degli inchiostri conteneva pigmenti preoccupanti, in particolare inchiostri rossi”.
I principali metalli rilevati negli inchiostri includevano ferro, alluminio, titanio e rame, la maggior parte dei quali erano in inchiostri verdi o blu. I livelli di ferro, cromo, manganese, cobalto, nichel, zinco, piombo e arsenico sono risultati variare in modo significativo e questo solleva grosse preoccupazioni perchè la presenza di impurità (soprattutto quelle di nichel e cromo) possono causare allergie e reazioni tossiche tra gli utenti.
Dal 2022 i paesi appartenenti all’Unione Europea seguono le indicazioni riportate nei risultati della ricerca medico-scientifica che ha messo al bando alcuni componenti tossici che causano il cancro, mutazioni genetiche, irritazioni della pelle.
Rischi e complicanze
I possibili rischi per la salute associati al tatuaggio possono essere causati dalla contaminazione microbiologica, dalla presenza di sostanze chimiche pericolose negli inchiostri o dalle procedure stesse, quando non vengono eseguite da professionisti preparati, in adeguate condizioni igieniche e in strutture idonee. È fondamentale che, oltre a rispettare le norme di carattere igienico-sanitario e di sicurezza relative all’ambiente di lavoro, venga posta massima attenzione alle modalità di esecuzione e alla sicurezza dei materiali e dei colori utilizzati, nonché alla preparazione, all’esperienza e all’abilità del tatuatore.
Con la procedura del tatuaggio viene lesa la barriera cutanea e la ferita può anche essere soggetta a infezione, in particolare se non vengono rispettate raccomandazioni appropriate sull’igiene.
Come riportato sempre dall’Istituto Superiore della Sanità, l’esecuzione del tatuaggio può dar luogo a 3 potenziali origini di infezioni dovute a:
- Inchiostro contaminato già nella fase di produzione o successivamente, una volta che la bottiglia è stata aperta e utilizzata senza rispettare le norme standard di asepsi;
- Condizioni igieniche inadeguate al momento del tatuaggio o di utilizzo improprio, come l’uso dello stesso ago o contenitore d’inchiostro per clienti successivi senza una corretta sterilizzazione;
- Disinfezione inadeguata dell’area della pelle da tatuare;
- Inadeguata igiene con prodotti preposti disinfettanti durante il processo di guarigione del tessuto cutaneo lesionato.
Attenzione ai colori “brillanti”
La domanda crescente ha portato all’immissione sul mercato di molte formulazioni innovative, ma poco studiate per i loro effetti, come per esempio l’inclusione di sostanze ad azione brillantante tra cui i pigmenti azotati ed i metalli pesanti. Alcune delle componenti possono causare reazioni allergiche e di ipersensibilità; ed in effetti e’ riportato in molti studi che oggi piu’ della meta’ delle persone con tatuaggi soffra di problemi cutanei come prurito, bruciori ed arrossamenti, mentre una percentuale minore soffre anche di sintomi più gravi e persistenti.
I tatuaggi nel mondo
L’arte di tatuarsi il corpo risale a migliaia di anni fa ed è stata una pratica diffusa in quasi tutte le popolazioni del mondo. La storia dei tatuaggi si intreccia con quella carceraria e di shcivitù dei secoli scorsi, solo da pochi decenni il tatuaggio è divenuto l’espressione di libertà.
Secondo una ricerca, l’Italia sarebbe il paese «più tatuato» del mondo: il 48% della popolazione, seguita dalla Svezia (47%) e dagli Usa (46%).
A differenza degli svedesi e degli americani, gli italiani hanno per lo più un solo tatuaggio, mentre negli altri due paesi citati la media a persona sarebbe di quattro.