Gli Usa come l’Italia ci verrebbe da dire, cioè alle prese con l’arginare un esodo di immigranti senza precedenti. La misura, convenzionalmente definita “titolo 42”, era stata introdotta nel 2020 dall’allora Presidente Donald Trump per arginare i richiedenti asilo in virtù della pandemia. Scaduta oggi la misura era prevedibile un assalto alle frontiere, nel tentativo di varcarle a tutti i costi, in maniera legale o illegale. Per far fronte a questo caos sono in arrivo alla frontiera con il Messico oltre 1500 soldati.
Nonostante il tempo pessimo infatti circa 150.000 persone (ma altre ne arriveranno) tentano di nuovo di raggiungere l’agognata meta, il territorio statunitense, nella speranza di poter regalare, a loro stessi e ai loro figli, condizioni di vita migliori. “Non si era mai vista una cosa del genere” afferma Enrique Lucero, responsabile degli affari migratori della città messicana di Tijuana, al confine meridionale con la California.
Ma quali sono gli effetti di questa scadenza? In linea teorica con il venir meno del titolo 42, la politica migratoria statunitense dovrebbe tornare più “tollerante”. Ma davanti a quello che può essere un vero e proprio esodo di persone alla disperata ricerca del sogno americano, le autorità si irrigidiscono e cercano un modo per arginare, o quanto meno regolamentare, i flussi migratori.
Tecnicamente, con la scadenza del titolo 42, da oggi gli Stati Uniti potranno espellere solo gli immigrati le cui richieste di asilo vengono ritenute illegittime. In attesa della verifica, questi potranno rimanere in territorio americano, e potenzialmente darsi alla clandestinità. Questo è il vero timore delle forze dell’ordine. Si fa dunque l’impossibile per accelerare i colloqui di asilo e, in caso di diniego, provvedere alla immediata espulsione.
Una situazione veramente difficile ci viene descritta dagli osservatori sul posto. Si prevede che saranno più di 10.000 gli ingressi al giorno dalla frontiera meridionale, forse una delle più imponenti migrazioni nel continente americano nell’epoca contemporanea.
Fervono naturalmente anche i rapporti diplomatici tra la Casa Bianca ed il Governo messicano. Se la calca è sul territorio messicano i richiedenti asilo provengono però da moltissimi paesi del sud America: Venezuela, Haiti, Cuba e Nicaragua in testa, paesi con i quali il dialogo non è sempre facile.
I richiedenti asilo adulti potranno – anzi dovranno – utilizzare un app per fissare un incontro con i funzionari statunitensi al confine per facilitare l’ingresso legale nel Paese a chi ne ha diritto. Dopo il colloquio, dall’esito quasi sempre negativo, le persone dovrebbero essere rimpatriate, ma il condizionale è d’obbligo.
Per cercare di regolare queste lunghe attese, centri di accoglienza sono stati creati al confine dal Dipartimento per la Sicurezza Nazionale
Ma che cos’è il Titolo 42
Il famigerato “Titolo 42” è una misura che deriva dal Public Health Act del 1944, un atto legislativo che conferisce alle autorità statunitensi poteri emergenziali extra per far fronte alle minacce alla salute pubblica.
Sfruttando la situazione pandemica, l’amministrazione Trump si appellò a questa misura per espellere rapidamente gli immigrati arrivati alla frontiera sud degli Stati Uniti. Parliamo di un fiume di persone enorme: circa 2,8 milioni in tre anni, secondo i dati forniti dalla US Customs and Border Protection.
La misura fu utilizzata dalla Casa Bianca a guida Trump ma in verità non fu mai modificata dall’attuale amministrazione Biden, che anzi la confermò. Questa scelta di Biden ha infatti determinato non pochi scontri politici all’interno dello stesso partito Democratico. Molti influenti rappresentanti democratici hanno spesso denunciato l’incostituzionalità del Titolo 42 adducendo che di fatto nega il diritto di asilo sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951.
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