Un’altra tegola per Matteo Salvini: nasce Patto per il Nord
Che la Lega nel corso degli anni abbia mutato (e di molto) la fisionomia iniziale è indubbio. Il partito di Umberto Bossi era nato utilizzando la parola d’ordine della secessione, salvo poi trasformarsi con Salvini in una compagine nazionalista. Un’ambiguità che ha retto fino a che il leader del Carroccio poteva beneficiare di un consenso larghissimo. Questo anche grazie alle battaglie contro l’immigrazione e le ingerenze dell’Unione Europea.
Con la fine del Conte I, tuttavia, la Lega ha perso rapidamente consenso, disputandosi ora con Forza Italia un magro secondo posto nella coalizione di centrodestra. Considerando Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, il partito di Salvini rischia insomma di essere il quinto partito a livello nazionale.
La politica, si sa, non concepisce il vuoto. Ecco dunque che lo spazio delle istanze settentrionali vuole essere rappresentato da una nuova creatura politica: “Patto per il Nord”. Il congresso fondativo, in corso il 15-16 novembre, si sta svolgendo a Treviglio, in provincia di Bergamo.
L’anima dell’iniziativa è l’ex parlamentare, ovviamente leghista, Paolo Grimoldi. Questi ricopre la carica di segretario, mentre presidente a honorem è Umberto Bossi. Grimoldi è stato deputato dal 2006 al 2022, nonché segretario della Lega Lombarda dal 2015 al 2021.
Circa 400 le persone presenti al Teatro Nuovo di Treviglio, tra cui numerosi leghisti della prima ora. Tra questi anche Giancarlo Pagliarini, deputato dal 1992 al 2006 e ministro del bilancio e della programmazione economica durante il primo governo Berlusconi. Proprio a Pagliarini è spettato leggere la relazione finale nel corso della prima giornata di lavori. L’idea di riportare la Lega alle origini sembra derivare direttamente dal Senatur Umberto Bossi.
“Umberto ci ha convocati il 14 gennaio del 2024 al Parco di Monza. Eravamo una ventina di ‘vecchi amici’ e ci ha arringato”, ha infatti raccontato Pagliarini. Nell’aprile dello stesso anno, del resto, Bossi aveva invocato la necessità di un cambio di leadership, provocando la replica di Salvini.
Il numero uno del Carroccio, insomma, dovrà affrontare un’altra sfida, in un momento particolarmente delicato della sua carriera politica. Osservatorio privilegiato, a questo punto, sarà il Veneto, chiamato al voto il 23-24 novembre per la prima volta nell’epoca post Zaia.
