Meloni: “Solo un laureato su quattro tra i 25 e i 34 anni è in discipline STEM”
L’acronimo inglese STEM sta per Science, Technology, Engineering e Mathematics. In sintesi esso indica l’insieme delle materie scientifiche-tecnologiche-ingegneristiche. Saperi vitali per mantenere un livello adeguato di competitività e sviluppo. Non a caso, con la legge 24 novembre 2023, n. 187, il governo Meloni ha istituito la Settimana Nazionale delle Discipline STEM. Quest’anno si svolge la II edizione, che è stata aperta ieri e che durerà fino all’11 febbraio.
La premier ha voluto condividere alcune riflessioni su un tema così cruciale. “È un’iniziativa nella quale crediamo fortemente – ha detto Meloni – perché riteniamo strategico per il futuro della Nazione far crescere nelle giovani generazioni l’interesse nei confronti delle materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, discipline sempre più al centro dei cambiamenti che i nostri sistemi economici, sociali e produttivi stanno attraversando”.
“Secondo la Banca Mondiale – spiega poi la presidente del Consiglio – l’80% della ricchezza delle Nazioni più avanzate è rappresentata dal sapere. In questo scenario, le materie STEM stanno assumendo un ruolo sempre più determinante e offrono grandi opportunità e prospettive. Purtroppo, in Italia gli indicatori descrivono un disallineamento tra domanda e offerta. Per l’Istat solo un quarto dei laureati italiani tra i 25 e i 34 anni ha studiato materie STEM, e le imprese italiane dichiarano di avere difficoltà a trovare profili professionali con preparazione in queste discipline”.
Nonostante il quadro di partenza non sia propriamente esaltante, l’esecutivo sta lavorando per invertire la rotta. “Il Governo è determinato ad invertire questa tendenza – prosegue infatti Meloni – e ha già compiuto i primi passi in questa direzione. Mi riferisco, ad esempio, alla riforma dell’istruzione tecnico-professionale per creare un collegamento stabile e strutturale tra i percorsi dell’istruzione tecnica e professionale, gli ITS e le filiere produttive; all’istituzione del Liceo del Made in Italy che abbraccia materie umanistiche e materie STEM; agli incentivi per favorire l’assunzione in azienda dei titolari di contratti di ricerca e ricercatori o alle risorse stanziate per l’orientamento e il piano lauree scientifiche. C’è ancora molto lavoro da fare, ma siamo convinti che il cammino intrapreso sia quello giusto”.