Oltre 42.000 sbarchi in 4 mesi: è emergenza
Uno dei punti caratterizzanti il programma del centro-destra era quello del contrasto all’immigrazione clandestina. Al momento i numeri non stanno però dando ragione all’esecutivo a guida Fratelli d’Italia. Gli sbarchi, invece di diminuire, sono sempre più fuori controllo. L’ultimo allarme è arrivato dall’agenzia europea Frontex, che ha fornito i dati precisi dell’emergenza. Dal Mediterraneo centrale, infatti, si sono registrati 42.200 ingressi nel periodo gennaio-aprile 2023. Si tratta di un numero di sbarchi quadruplicato rispetto al 2022 e il più alto in assoluto dal 2009, primo anno della rilevazione da parte di Frontex. Come è noto, i mesi più propizi sono quelli estivi, viste le condizioni metereologiche favorevoli per le partenze dei barconi dal Nord Africa. Le prossime settimane dovrebbero dunque farci assistere a un crescendo di sbarchi che metterà a dura prova il nostro Paese, oltre che la stessa immagine del governo.
Quella del Mediterraneo centrale rappresenta la porta principale per l’Europa. Da qui infatti transita circa la metà dei clandestini che raggiungono il Vecchio continente. Quest’anno gli ingressi sono stati in totale 80.700, circa un terzo in più del 2022. Anche in questo caso si tratta di un numero significativo, il più alto dal primo quadrimestre del 2016. La sproporzione con quanto sta avvenendo in Italia, tuttavia, è evidente.
Sia che si tratti di una voluta pressione ai danni del governo Meloni, favorita da governi stranieri e da reti criminali transnazionali, sia che rappresenti la conseguenza di un approccio troppo soft di Roma, la postura italiana verso il fenomeno appare inadeguata. Ben altri risultati aveva ottenuto la politica dei porti chiusi attuata da Salvini durante il Conte 1. Anche il governo Gentiloni, grazie all’attivismo del ministro Marco Minniti (pur osteggiato duramente da alcune frange del suo stesso partito), aveva affrontato il fenomeno con discreti risultati.
Resta quindi da capire come mai il presidente del Consiglio, che proprio sul tema dell’immigrazione ha saputo interpretare il pensiero della maggioranza degli italiani, non riesca ad incidere su un’emergenza che dovrebbe avere invece carattere prioritario. Non resta che vedere quali sviluppi si verificheranno nei prossimi mesi e quale approccio sceglierà l’esecutivo di fronte alla recrudescenza degli sbarchi e delle morti in mare.