Salvini pensa a una leva obbligatoria di sei mesi
Attenzione: quanto annunciato ieri dal ministro delle Infrastrutture, nonché vicepremier, Matteo Salvini si presta a diverse interpretazioni. Il leader leghista, come è noto, era presente all’annuale raduno degli Alpini, che quest’anno si è tenuto a Vicenza. Un raduno a cui ha partecipato ben mezzo milione d’italiani. Ciò a riprova dell’affetto che circonda questo corpo militare, al netto delle polemiche create ad arte negli scorsi anni. Ebbene, a margine dell’iniziativa, alcune dichiarazioni di Salvini hanno riaperto un annoso dibattito: quello della reintroduzione della leva obbligatoria.
La proposta di Salvini, che presto dovrebbe essere presentata in Parlamento sotto forma di un progetto di legge, sta facendo discutere anche la stessa maggioranza. Ai giornalisti Salvini ha infatti parlato di un “grande progetto di educazione civica”. Esso consisterebbe in una mini leva obbligatoria di sei mesi. Si tratta, ha spiegato Salvini, di “un progetto su base regionale, con persone che si possono dedicare al salvataggio, alla protezione civile, al pronto soccorso, alla protezione dei boschi”. Molto diverso dunque dalla vecchia “naja”, abolita nel lontano 2004. Salvini ha preso le distanze dal vecchio sistema di leva obbligatoria. Non sarebbe quindi d’accordo “com’era ai [suoi] tempi, quando quello di Udine lo mandavano a Bari, e quello di Bari a Cuneo dovendo lasciare studi e lavoro. Non sarà più cosi, si farà vicino a casa. Spero che anche la altre forze politiche appoggino la proposta”.
Peccato che, ignaro delle dichiarazioni appena rilasciate dal collega di governo, a bocciare la proposta sia stato il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Le forze armate non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani – ha spiegato Crosetto – cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola. Le forze armate servono per fare professionisti, che difendono le istituzioni e la pace. Il servizio civile universale non è una cosa che riguarda le forze armate”.