Marco Rubio ha annunciato una riorganizzazione del Dipartimento di Stato per allineare anche la diplomazia Usa all’agenda dell’America first, che prevede tagli di costi inutili e personale in eccesso al fine di garantire un impatto minore sulle tasche dei contribuenti americani e una maggiore efficienza nello svolgimento dei compiti previsti.
“Fronteggiamo sfide tremende in tutto il globo. Per realizzare la politica estera dell’America first del presidente Trump, dobbiamo rendere il Dipartimento di Stato di nuovo grande”, ha detto il Segretario di Stato.
Una struttura ipertrofica non più al passo con i tempi
Per Rubio, il Dipartimento “nella forma attuale è mastodontico, burocratico e non in grado di svolgere la sua essenziale missione diplomatica nella nuova era di competizione tra grandi potenze”. La crescita “negli ultimi 15 anni” di costi e dimensioni dell’apparato diplomatico non si è tradotta in una sua più forte incisività.
Rubio vuole una maggiore efficienza
Il politico e avvocato statunitense ha parlato senza mezzi termini di una “diplomazia meno efficiente ed efficace”, puntando il dito contro una “dilagante burocrazia” che a suo dire ha dato origine a “un sistema più votato ad un’ideologica politica estremista che a far progredire gli interessi nazionali americani”.
L’elettorato ha puntato su Donald Trump per una riforma complessiva dell’assetto di potere e delle sue articolazioni. Questo giustifica un “piano di complessiva riorganizzazione che porterà il dipartimento nel 21mo secolo”. Ciò comporterà che “funzioni specifiche regionali vengano aumentate per rafforzare la funzionalità, uffici in esubero vengano rimossi, programmi che non si allineano con gli interessi chiave americani smetteranno di esistere”.
Un taglio netto agli uffici della propaganda globalista
Nel grafico del nuovo Dipartimento di Stato, infatti, sono assenti diversi uffici che negli anni si sono trasformati in megafoni della teoria gender e della propaganda immigrazionista.
Ma ne verranno creati anche di nuovi, come quello dell’assistente segretario per le minacce emergenti, secondo quanto riporta Politico, che cita anche una mail inviata ai diplomatici dal Vice Segretario di Stato Chris Landau. In essa si afferma che il piano al momento non “avrà effetti su nessuna ambasciata, postazione o operazione all’estero”.
Le false notizie sui Consolati
“Sarebbe potuto essere molto peggio”, ha confessato alla testata un diplomatico. Nei giorni scorsi era infatti circolato un documento, rilanciato dall’area dem e dai suoi canali, in cui si prospettava la chiusura dell’intero ufficio per gli affari africani, nonché di diverse sedi diplomatiche nel continente. Questo è stato però definito “un falso” da Marco Rubio. Qualche mese fa, inoltre, diversi media americani che osteggiano il tycoon e la sua amministrazione avevano dato per certi presunti piani per chiudere decine di Consolati americani in Europa.
I numeri della cura Rubio
Stando alla Cnn, per effetto della riorganizzazione saranno eliminati 132 uffici a Foggy Bottom, come viene chiamato a Washington il Dipartimento di Stato, tagliando in tutto 700 posizioni.
Quella che viene definita la prima fase della ristrutturazione, che si concentra sugli uffici interni del Dipartimento e non ancora sulle sedi all’estero, non porterà immediatamente a licenziamenti ma darà un’indicazione chiara ai funzionari. La strada è tracciata.