Colombia: biologo italiano ucciso e fatto a pezzi
L’Italia e tutta la comunità scientifica piangono la barbara uccisione di Alessandro Coatti, biologo 42enne trovato morto e fatto a pezzi a Santa Marta, in Colombia. Originario di Portomaggiore (Ferrara), il nostro connazionale si era laureato alla Normale di Pisa, specializzandosi successivamente al Max Planck Institute. Già dipendente della Royal Society of Biology di Londra (per cui aveva lavorato 8 anni), era in vacanza in Colombia. Prima aveva visitato Ecuador, Perù e Bolivia.
La sua scomparsa era stata denunciata già il 4 aprile. Domenica un gruppo di bambini ha fatto la drammatica scoperta di una valigia con la testa, le braccia e i piedi del ricercatore emiliano. La polizia è riuscita a risalire alla sua identità grazie a un braccialetto dell’albergo, ancora sul polso della vittima. Altre parti del corpo sono state poi rinvenute in un altro punto della città, nei pressi dello stadio di calcio locale.
“Quando mio fratello mi ha chiamato ero a lavorare – ha dichiarato lo zio paterno, Giovanni Coatti – ma ho capito che era successo qualcosa, me lo diceva il sangue”.
“Voleva andare ad abitare là [in Sud America ndr] ed era andato a fare un giro per vedere – ha spiegato il familiare – Sarebbe dovuto rientrare la settimana prossima”.
Perché si trovava a Santa Marta
Il sindaco della città colombiana ha offerto 50 milioni di pesos, l’equivalente di oltre 10mila euro, a chiunque possa dare informazioni utili a fare luce sul caso.
La scelta di Santa Marta non era casuale. Questa è infatti utilizzata per raggiungere il parco nazionale di Tayrona, nonché per il parco archeologico di Teyuna. Nell’albergo dove alloggiava il nostro connazionale, raccontano come questi avesse fatto domande su come raggiungere Minca, una località molto apprezzata dagli amanti della natura ma un tempo infestata dai gruppi paramilitari.
In attesa che si faccia luce su questa drammatica vicenda non possiamo che esprimere il nostro cordoglio per un figlio d’Italia strappato all’affetto dei suoi cari così barbaramente.