Gli italiani dicono no agli insetti e al fanatismo green
Si moltiplicano i dubbi sulla neutralità del green deal europeo. Lo scandalo che ha coinvolto l’UE e l’ex commissario Timmermans, del resto, sta lì a testimoniarlo. Oggi commentiamo alcuni dati forniti dalla Coldiretti (e non solo), che mostrano come, nonostante una propaganda incessante, l’uso alimentare d’insetti e larve, anche solamente come farina, non attecchisca sugli italiani.
Il 2024 vede infatti una pesante flessione (30%) rispetto all’anno precedente. Nel Belpaese l’import di insetti e dei loro derivati ha registrato quota 9.640 chili, contro i 13.700 del 2023. L’associazione di categoria degli agricoltori diretti ha elaborato i numeri forniti precedentemente dall’ISTAT sui primi dieci mesi dello scorso anno, facendo una proiezione per quanto concerne gli ultimi due.
Il primo passo per la vendita degli insetti a scopo alimentare in Europa risale al regolamento UE sul“novel food”, che riconosce gli insetti sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da Paesi terzi. Questo era entrato in vigore il I gennaio 2018. Ne era seguito un braccio di ferro con alcuni Paesi membri, tra cui l’Italia. L’UE ha infatti dato il placet tra la fine del 2021 e il gennaio 2023 alla vendita di farina di grillo, locusta migratoria, verme della farina e larva gialla.
Le misure del governo a tutela dei consumatori
Nel 2023, il governo Meloni ha preso di petto la questione, volendo tutelare i consumatori dal rischio di acquisti inconsapevoli. Ecco dunque l’obbligo dei produttori di riportare ben visibile sull’etichetta la presenza d’insetti e loro derivati. Non solo, i prodotti in questione dovevano disporre di scaffali appositi, ben segnalati. L’esecutivo si era mosso in tale direzione anche in seguito alle pressioni della stessa Coldiretti. Oltre alla tutela degli agricoltori e delle produzioni nazionali, infatti, vi era anche un problema di salute. Il consumo d’insetti può infatti causare reazioni nelle persone allergiche ai crostacei e agli acari della polvere.
“Oltre ad essere lontanissimi dalla cultura gastronomica nazionale – spiega inoltre la Coldiretti – l’introduzione degli insetti nelle diete solleva importanti interrogativi riguardo alla salute e alla sicurezza alimentare. Questo perché potenzialmente allergenici e perché la maggior parte di questi insetti vengono prodotti e trasformati in Paesi extra-UE, come Vietnam, Thailandia e Cina, che da anni occupano le prime posizioni nelle classifiche per il numero di allarmi alimentari”.
Gli italiani, peraltro, continuano a essere in stragrande maggioranza contrari. Basti pensare che una rilevazione di Noto sondaggi ha evidenziato come il 78% dei nostri connazionali si opponga a mangiare anche solo la farina d’insetti. Come del resto il crollo dell’import evidenzia eloquentemente.