La mossa della Corte dei Conti e la reazione del governo
L’Italia si trova di fronte all’ennesimo braccio di ferro tra politica e magistratura. Oggetto del contendere il Ponte sullo Stretto di Messina, che lo scorso agosto aveva ottenuto il via libera del CIPESS. Come è noto, i giudici della Corte dei Conti hanno negato il visto di legittimità e la registrazione della delibera approvata dal sopramenzionato organo. Una mossa che è stata accolta dall’esecutivo come una vera e propria sfida: una decisione, insomma, che trascenderebbe la dimensione tecnica, configurandosi invece come un atto politico.
Meloni, non a caso, ha criticato duramente la scelta dei giudici contabili. “La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera CIPESS riguardante il Ponte sullo Stretto è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”, recita la nota diramata da Palazzo Chigi.
“Sul piano tecnico – prosegue il comunicato – i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi; per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer. La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo, sostenuta dal Parlamento”.
Salvini: “Andiamo avanti”
L’ostruzionismo della Corte dei Conti ha provocato inevitabilmente l’insofferenza di Matteo Salvini. “La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese”, ha spiegato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture.
L’esponente del Carroccio, del resto, è colui che più di tutti ha legato il proprio nome all’ infrastruttura che dovrebbe cambiare per sempre il Mezzogiorno. La decisione della Corte dei Conti, prosegue Salvini, “appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico”.
“In attesa delle motivazioni – ha concluso il leader leghista – chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora, visto che parliamo di un progetto auspicato perfino dall’Europa che regalerà sviluppo e migliaia di posti di lavoro da sud a nord. Siamo determinati a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori. Andiamo avanti”.
Tajani: “Decisione Corte dei Conti mi lascia esterrefatto”
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’altro vicepremier, nonché ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Non è ammissibile che in un Paese democratico la magistratura contabile decida quali siano le opere strategiche da realizzare – denuncia Tajani – Quella sul Ponte dello Stretto da parte della Corte dei Conti, è una decisione che mi lascia esterrefatto e che arriva alla vigilia dell’ultimo voto in Parlamento per realizzare la riforma della giustizia. Il Governo andrà avanti”.
