E’ finito come peggio non poteva l’ottavo di finale di boxe dei Giochi Olimpici, tra la nostra Angela Carini ed Imane Khelif, atleta algerina, definitasi come una persona intersex. Le ore che hanno preceduto la gara erano state contraddistinte da numerose polemiche. Molti addetti ai lavori, infatti, ritengono che l’algerina sia in realtà una donna trans. Ciò, però, non è mai stato accertato dal CIO.
Di fatto, l’incontro, valido per la categoria +66kg, non si è mai disputato. A 46 secondi dal termine del primo round, dopo un durissimo colpo al volto, dall’angolo della venticinquenne casertana dicono che può bastare così. Un segno di protesta? Molto probabile. Ciò che è certo è che la boxe c’entra poco.
Tiger Carini: “Non è giusto”
Il gancio subito da Tiger Carini era stato molto duro, ma non aveva fatto traballare le gambe dell’azzurra. Tuttavia, la ragazza italiana si è diretta verso il proprio angolo, con la testa china, chiedendo di mettere fine alla sfida. “Non è giusto”, ha gridato la classe ’98 una volta terminata la gara.
Non possiamo dire con esattezza se si riferisse al ritiro o al fatto di dover combattere con Khelif.
Naturalmente, i giorni di vigilia che hanno preceduto il match tra la nostra Tiger Carini e Imane Khelif, sono stati condizionati da innumerevoli dispute. Solo poco tempo fa, l’atleta algerina era stata esclusa dai mondiali di Nuova Delhi, in quanto non aveva superato il gender test. I suoi livelli di testosterone erano risultati troppo alti.
Ad alimentare ulteriori dubbi sul suo genere, inoltre, ci avevano pensato alcuni esami che avevano evidenziato la presenza dei cromosomi XY nel suo organismo.
Salvini: “Basta follie dell’ideologia Woke”
Sulla vicenda, nelle ultime 36 ore, si sono espressi numerosi personaggi del panorama politico italiano e non solo. “Desta preoccupazione la partecipazione di due pugili transgeder ai Giochi, dopo che non erano stati ammessi in altre competizioni internazionali”, aveva dichiarato il ministro per la famiglia, Eugenia Roccella.
“Per Angela Carini non sarà garantita l’equa competizione”, aveva invece spiegato il ministro dello sport, Andrea Abodi, presente a Parigi. “Trovo poco comprensibile- ha aggiunto- che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi. Nell’evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete”.
Ancor più dure sono state le parole del vicepremier Matteo Salvini, che sui propri canali social aveva affermato: “Il Pugile trans dell’Algeria – bandito dai mondiali di boxe – può partecipare alle Olimpiadi. Un’atleta messicana che l’aveva affrontata ha dichiarato: ” I suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini’”.
“Uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi-ha aggiunto il leader della Lega- Basta con le follie dell’ideologia ‘woke’!”.
Dura anche la posizione di Ignazio La Russa. Il giorno prima del match, il Presidente del Senato aveva comunicato: “Boxe: un transgender algerino contro una donna italiana ai Giochi olimpici… È politicamente scorretto dire che tifo per la donna?”.
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