Nessun Papa prima di Giovanni Paolo II aveva mai varcato la soglia di uno stadio. Che Jorge Mario Bergoglio amasse lo sport, in particolare il calcio, non è mai stato un mistero. Egli, infatti, era socio tesserato della squadra argentina San Lorenzo de Almagro e considerava lo sport come un potente strumento di unione e speranza.
Così il 1° giugno 2014, Papa Francesco è entrato per la prima volta allo Stadio Olimpico di Roma, a bordo della papamobile, accolto calorosamente da tutta la curva. Quel giorno non si disputava una partita bensì la 37esima assemblea del Rinnovamento nello Spirito.
Tra i vari incontri significativi con il mondo del calcio, ricordiamo in particolare quello con Maradona, il quale affermò che grazie a Papa Francesco si era rincontrato con la fede.
I numeri profetici della tessera sportiva
Straordinaria la coincidenza riguardante il numero della tessera del San Lorenzo ricevuta dal Papa, 88.235, che coincide con la sua età al momento della morte (88 anni) e l’ora del decesso (2:35 am, ora argentina).
Lo sport: una parabola evangelica
Celebre è la sua frase ispirata al basket: “Sappiate fare perno, e quel perno è la croce di Cristo”, detta da chi sa che, talvolta, un goal, un canestro o una sconfitta possono insegnare più di mille sermoni.
Attraverso iniziative come Scholas Occurrentes, Papa Francesco ha incoraggiato i giovani di tutto il mondo a utilizzare lo sport come strumento per costruire ponti tra le diverse culture e religioni.
La passione di Bergoglio per lo sport, in particolare per il calcio, affonda le radici nella sua giovinezza, nel quartiere di Flores, a Buenos Aires, dove il pallone è parte della quotidianità. Fin da piccolo, accompagnato dal padre, che giocava a basket nel club, frequentava il San Lorenzo de Almagro, una delle squadre argentine più amate, fondata da un sacerdote, padre Lorenzo Massa, che vedeva nello sport un mezzo educativo e spirituale.
Durante il suo pontificato, Papa Francesco ha usato spesso il linguaggio sportivo per veicolare messaggi di fede e umanità. “La vita è come il portiere nel calcio: prende il pallone da dove lo buttano”, disse per sottolineare l’importanza di accogliere le sfide con coraggio. E ancora: “Chi vince, non sa cosa si perde”.
Il San Lorenzo de Almagro intitola lo stadio a Papa Francesco
Nel 2008, durante una messa celebrata per il centenario del club, il Pontefice ricevette la tessera da socio onorario, segnando ufficialmente il suo legame con la squadra.
Come atto di riconoscenza e affetto, il San Lorenzo de Almagro ha deciso di intitolare il suo nuovo stadio a Papa Francesco. Il presidente del club, Marcelo Moretti, ha annunciato che la proposta è stata approvata dal Papa stesso, sottolineando l’importanza di questo gesto come tributo alla sua passione e al suo impegno per la comunità.
Da ieri, circola sui social il video omaggio dell’AFA, l’Asociacion del Futbol Argentino, al Pontefice. Un video commovente, che ricorda Papa Francesco con queste parole: “Francesco, che giocatore, di quelli che non hanno mai perso la fede. Sono eletti, ne appare uno ogni tanto tempo, ma questo era diverso perché si insediò quando per la prima volta chiesero un cambio di papa. Si, fumo bianco, ma non è arrivato per vendere fumo. Ha giocato come si gioca alla fine del mondo, con sacrificio. Sempre con le stesse scarpe nere e con i piedi a terra. L’ultimo capitano della Chiesa è stato argentino. Non ha mai giocato individualmente, ha sempre predicato di giocare in squadra”.
“Se dobbiamo dire qualcosa di Bergoglio – prosegue l’AFA – è che è un Dio a parte. ‘Fate confusione’, diceva, non poteva che essere argentino. Ha lasciato cadere tutti i protocolli che ha incontrato. Ha chiesto perdono per gli errori commessi dalla Chiesa, ha fatto tremare molti privilegiati. Quando c’è bisogno di coraggio, l’importante è avere un capitano argentino. Ogni volta che festeggeremo un goal al cielo, lo faremo con onore, perché ora il Papa di Bajo Flores è lassù”.
La fede di Maradona: un incontro memorabile
Uno degli incontri più significativi di Papa Francesco con il mondo del calcio è stato senz’altro quello con Diego Armando Maradona, che definiva “un poeta in campo”. L’incontro è avvenuto nel 2014, durante la Partita per la pace allo Stadio Olimpico di Roma, quando Maradona ha donato al Papa una maglia con dedica: “A Papa Francesco con tutto il mio affetto e molta pace per tutto il mondo”.
In quell’occasione Maradona ha dichiarato: “Mi ero allontanato dalla Chiesa perché pensavo non facesse abbastanza per i bisognosi, ma con Francesco è diverso. Non ho mai visto un Papa con così tanto… quello che sappiamo tutti, los huevos [gli attributi n.d.r.]”. Questo incontro ha segnato un momento di riconciliazione e di rinnovata fede per “La leggenda del calcio”.