Olimpiadi di Parigi: tirare il sasso e nascondere la mano
L’autocensura preventiva è uno degli aspetti più inquietanti dell’epoca attuale. Il timore dell’emarginazione sociale, della delegittimazione intellettuale e dell’isolamento professionale rappresentano rischi concreti per chiunque osi mettere in dubbio le presunte verità granitiche del pensiero dominante. Qualsiasi riflessione fuori posto su LGBT, aborto, minoranze etniche può far scattare il linciaggio mediatico. Nonostante ciò, lo spettacolo andato in scena durante la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Parigi è stato talmente pesante da svegliare molte coscienze.
Uno spettacolo così imbarazzante da costringere gli organizzatori a nascondere la mano dopo aver lanciato il sasso. Che ignoranti, infatti, quelli (tutti) che hanno pensato si trattasse di una riproposizione dell’Ultima Cena blasfema in versione drag queen. Non sapevano che lo spunto è stato invece preso dal quadro Il festino degli dei, dell’artista olandese Harmensz van Bijler? Tutto a posto, dunque, nessuno ha insultato Gesù, si è solo messo in scena un “banchetto pagano” (parola dell’ideatore Thomas Jolly). Piccolo incidente di percorso archiviato con le scuse del Comitato organizzatore. Peccato che una delle drag queen presenti abbia ammesso che la scena in questione fosse proprio tratta dall’Ultima Cena. “È vecchio come il diavolo il loro mondo che dicono nuovo” direbbe un personaggio storico francese.
Scusa luciferina davvero quella utilizzata dagli organizzatori, perché dubitiamo fortemente che il mondo abbia problemi con la classicità e il mondo greco-romano. A inquietare, semmai, sono stati i personaggi presentati nella scena, evidentemente “grotteschi”. È proprio il ribaltamento di qualsiasi canone naturale e, perfino, estetico ad aver suscitato lo sgomento generale. Sgomento, attenzione, che non riguarda solo il mondo “cristiano” ma l’umanità intera.
Perché, con buona pace dei neocon, di fronte non abbiamo uno scontro di civiltà, bensì d’inciviltà, quelle del nichilismo e della desacralizzazione dell’uomo. Su queste colonne, del resto, avevamo attaccato pesantemente in passato i roghi del Corano avvenuti in Svezia.
Il clero francese è ancora cattolico
In Francia, si sa, la religione cattolica è ancora una cosa seria. Per questo la Conferenza episcopale transalpina non è rimasta a guardare in silenzio. “La cerimonia di apertura proposta dal Comitato organizzativo dei Giochi Olimpici – si legge nella nota pubblicata dai vescovi francesi – prevedeva purtroppo scene di derisione e di scherno del cristianesimo, che deploriamo profondamente. Pensiamo a tutti i cristiani di tutti i Continenti che sono rimasti feriti dall’eccesso e dalla provocazione di certe scene. Vogliamo che capiscano che la celebrazione olimpica va ben oltre i pregiudizi ideologici di alcuni artisti”.
“Crediamo che i valori e i principi espressi e diffusi dallo sport e dalle Olimpiadi – continua la nota – contribuiscano a questo bisogno di unità e di fraternità di cui il nostro mondo ha tanto bisogno, nel rispetto delle convinzioni di tutti, attorno allo sport che ci unisce e per poter promuovere la pace delle nazioni e dei cuori. Lo sport è una meravigliosa attività umana e i giochi Olimpici sono un movimento al servizio di questa realtà di unità e fraternità umana”.
L’Iran convoca l’ambasciatore francese. Al-Azhar condanna la cerimonia blasfema
“Insultare Cristo o uno dei Profeti è estremismo e barbarie sconsiderata”. A dirlo non è qualche fondamentalista protestante o cattolico dell’America profonda, bensì l’Università al-Azhar, la più importante istituzione sapienziale sunnita. Domenica sera, infatti, l’organismo islamico de Il Cairo ha criticato le “scene ingiuriose” andate in mondovisione alle Olimpiadi di Parigi. Gesù, lo ricordiamo, è per l’Islam uno dei profeti e i musulmani alla religione credono ancora.
Ecco dunque che al-Azhar ha espresso il proprio “rifiuto assoluto di qualsiasi tentativo di danneggiare qualcuno dei profeti di Dio, perché i profeti e i messaggeri sono il fiore all’occhiello della creazione di Dio, che Egli ha scelto e preferito rispetto a tutta la sua creazione per trasmettere il messaggio divino a tutto il mondo”.
“I musulmani – ha proseguito il messaggio proveniente dall’Egitto – ritengono che insultare Gesù, la pace sia su di lui, o qualsiasi altro profeta, la pace sia su di loro, sia una vergogna per gli autori di questo atroce insulto e per coloro che lo accettano”.
Se da un’istituzione religiosa come quella di al-Azhar ci spostiamo invece a un soggetto statuale come l’Iran, vediamo come la repulsione per quanto accaduto nella capitale francese sia pressoché unanime. Teheran, infatti, ha convocato l’ambasciatore transalpino per protestare contro gli insulti a Gesù.
Nel mentre i cattolici attenderebbero qualche presa di posizione forte da parte del papa. Così, a tempo perso.
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