New York si prepara a chiudere oltre due dozzine di rifugi per i migranti clandestini.
Come annunciato dal governo locale, tra le strutture in questione vi sarà anche il mega rifugio di Floyd Bennett Field, nel sud di Brooklyn. Ricordiamo che proprio questo centro è stato al centro di uno scontro politico quando fu individuato dall’amministrazione Biden. Infatti, rappresentanti del partito pubblicano si opposero alla decisione, sostenendo le preoccupazioni dei residenti che, oltre a vedersi negare l’utilizzo di una grande aerea di verde pubblico, denunciavano le condizioni di insicurezza che si sarebbero venute a creare.
Il trasferimento prima del 20 gennaio
La maggior parte delle famiglie di migranti che risiedono nella struttura del Floyd Bennet Field saranno trasferite entro il 15 gennaio; i rifugi, invece, chiuderanno definitivamente i battenti in primavera.
Inizialmente, in molti pensavano che il Floyd Bennet Field sarebbe stato utilizzato come centro di raccolta per i clandestini che verranno rimpatriati, una volta che il presidente eletto Donald Trump prenderà possesso della Casa Bianca. Ma non sarà così.
A New York la crisi è quasi alle spalle
Complessivamente, entro il prossimo marzo la città chiuderà 25 centri di accoglienza per i migranti, tra cui un rifugio in un hangar inutilizzato dell’aeroporto Kennedy, il sito di Stratford Arms nell’Upper West Side e la tendopoli di Randalls Island.
Tale provvedimento, naturalmente, segna un punto di svolta nella crisi abbattutasi sulla Grande Mela negli ultimi due anni.
New York ha visto diminuire la popolazione di richiedenti asilo nei rifugi per 22 settimane di fila, raggiungendo ora il punto più basso dall’estate del 2023. Ciò nonostante, ancora oggi, decine di migliaia di immigrati sono ancora affidati alle cure della città.
Il caso Floyd Bennet Field
Fonti dell’amministrazione comunale coinvolte nella chiusura del Floyd Bennett Field, hanno dichiarato che il sito non sarà completamente chiuso fino a marzo, perché l’amministrazione Adams deve dare ai funzionari federali un preavviso di 90 giorni per la cessazione del contratto di locazione.
Il terreno su cui sorge la struttura, infatti, è controllata dal National Park Service. I migranti che attualmente vivono presso il centro, e che avranno ancora bisogno di un alloggio dopo la chiusura, saranno indirizzati verso altri siti cittadini.
Nell’ultimo anno, il Floyd Bennet Field ha ospitato non meno di 2.000 bisognosi, affidati alle cure dei volontari. Dopo la vittoria di Trump, gli ospiti hanno chiesto più volte ai funzionari cittadini e statali di smantellare il centro, temendo che i suoi “residente” potessero essere rimpatriati.
Il sito, dunque, verrà sgomberato proprio 5 giorni prima del ritorno del tycoon a Washington DC.
Adams: “Abbiamo gestito la crisi meglio di qualsiasi altra città”
“Questa ulteriore serie di chiusure di rifugi che annunciamo, è un’ulteriore prova che stiamo gestendo questa crisi meglio di qualsiasi altra città della nazione”, ha dichiarato il sindaco Eric Adams.
“In vista dei piani del Presidente eletto, stiamo monitorando attentamente queste chiusure e trasferimenti per garantire ai nuovi arrivati l’accesso alle strutture di accoglienza e la protezione da qualsiasi potenziale rete federale di controllo dell’immigrazione”, hanno invece comunicato Legal Aid e la Coalition for the Homeless.
Le due associazioni, in queste settimane, si sono mobilitate molto affinché la struttura di Brooklyn chiudesse i battenti prima dell’insediamento del tycoon.