Un miliardo e 218 milioni di euro per poter mettere la parola fine a oltre trent’anni di “promesse tradite” sulla riqualificazione di Bagnoli e l’area ex Italsider. (Il progetto)
È questo – nelle parole della premier Giorgia Meloni – l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato a Napoli dalla presidente del Consiglio e dal commissario straordinario di governo per il Sin Bagnoli-Coroglio, Gaetano Manfredi.
Per gli interventi di risanamento ambientale e rigenerazione urbana del comprensorio è prevista una copertura finanziaria di 1,2 miliardi di euro, a valere sui fondi di coesione indicati dal Cipess per la regione Campania. Gli interventi previsti vanno dal completamento della bonifica del parco urbano alla realizzazione delle infrastrutture energetiche e idriche, la parziale rimozione della colmata a mare e la bonifica degli arenili.
“L’opera di risanamento ambientale più ambiziosa d’Europa”, l’ha descritta Meloni nel suo intervento, ricostruendo trent’anni di “molte promesse fatte e poi tradite”. Rivolgendosi idealmente ad attivisti e cittadini che manifestavano all’esterno dell’auditorium della Porta del Parco di Bagnoli, circa un centinaio, Meloni ha chiesto “di darci la possibilità di dimostrare che le cose possono cambiare. Siamo qui per questo, lo Stato ci mette la faccia”.
Clicca qui per il video: https://www.youtube.com/live/qqKxJ1QVG3U?si=vV03YvOwLQwCkMTq
La svolta è nell’elemento “non secondario” mancato per anni a Bagnoli: le risorse, quelle che, ha sottolineato la premier, “nel Mezzogiorno non sempre sono state spese per interventi strategici. Completare il risanamento di Bagnoli – ha ribadito – è un investimento strategico per la Campania, per il Sud e per l’Italia, e rivendico la scelta di questo governo di aver voluto destinare a questo progetto 1,2 miliardi di euro di risorse della coesione”. Esulta Manfredi, che spera sia “la volta buona per Bagnoli. Con la copertura finanziaria – ha spiegato – possono partite i lavori su tutto, bonifiche e infrastrutture. Finalmente possiamo completare in tempi rapidi il recupero di questa area fondamentale per la città”.
Una giornata di speranza, fondi e progetti all’insegna della concretezza
Una mattinata di speranza, di fondi e di progetti, all’insegna della concretezza, dopo trenta anni e passa anni di annunci e promesse tradite della sinistra che si era avocata il monopolio del risanamento dell’ex Ilva di Bagnoli, una zona costiera di Napoli ovest devastata dai veleni dell’Italsider e da anni di immobilismo dopo la chiusura della storica fabbrica rossa.
Oggi, con il centro-destra al governo, finalmente si rimette mano alla riconversione di quella che potrebbe essere una delle zone paesaggistiche più belle del mondo, ai piedi della collina di Posillipo, e che invece ancora affonda nell’amianto, nei residui di acciaio e in un mare più giallo che azzurro. Arrivano soldi e progetti, con un accordo di programma firmato dal governo con il Comune e la Regione, con tanto di foto di gruppo, per quanto sofferta, con il ministro Fitto, la Meloni, il sindaco di Napoli Manfredi e il governatore De Luca.
Bagnoli riparte dal governo Meloni
“Quello su Bagnoli rappresenta “un investimento strategico per il Sud, per la Campania e per l’Italia”, ha detto la premier Giorgia Meloni, partecipando alla cerimonia di firma del protocollo di intesa tra il governo e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, commissario straordinario per la bonifica ambientale e la riqualificazione urbana di Bagnoli-Coroglio. “Rivendico la scelta di questo governo di aver voluto destinare a questo progetto 1,2 miliardi di euro di risorse della coesione“, ha sottolineato la presidente del Consiglio.
“In questi ultimi dieci anni è mancato un elemento non secondario per garantire che il commissariamento potesse dare risultati concreti e cioè le risorse. E quello è il problema che oggi noi cerchiamo di contribuire a risolvere”, ha aggiunto il premier. “Ci siamo occupati di individuare le risorse necessarie per fare in modo che gli impegni presi, a differenza di quanto accaduto per tanti anni, non rimanessero scritti sulla sabbia“, ha proseguito Meloni.
Meloni, il consolidamento dell’economia del Sud si muove
“Il Mezzogiorno ha bisogno di strumenti che consentano di competere ad armi pari, di dimostrare il suo valore e il suo merito. Abbiamo concentrato gli interventi su questa lettura del Sud Italia, abbiamo messo in campo un pacchetto di misure che contribuiscono a consolidare l’economia del Mezzogiorno, e qualcosa pare muoversi”. Giorgia Meloni non ha dubbi dal palco di Bagnoli .
“I dati Svimez raccontano che nel 2023 il Pil del Sud è cresciuto di circa mezzo punto più della media nazionale, e non accadeva da 2015 – ha aggiunto -. I nuovi occupati sono cresciuti del 2,6% nel Mezzogiorno, a fronte di un tasso medio nazionale dell’1,8%. Ma il dato che mi rende più fiera dice che gli investimenti in opere pubbliche e infrastrutture strategiche sono passati da 8,7 miliardi nel 2022 a 13 miliardi nel 2023, con un aumento attorno al 50%: sono infrastrutture di cittadinanza, la base per costruire pari diritti e pari opportunità per i cittadini di questo territorio”.
La stretta di mano con De Luca
Una stretta di mano cordiale, istituzionale e qualche puntura da parte della presidente del Consiglio dal palco dell’auditorium del Parco di Bagnoli, a proposito della Zes unica e soprattutto l’invito a partecipare alla firma del patto per la riqualificazione di Bagnoli. Da Caivano a Bagnoli: il secondo round tra Giorgia Meloni e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca si è consumato senza strappi espliciti, anzi, sulla strada dei buoni rapporti istituzionali.
“Sono il civile De Luca, le rinnovo il mio benvenuto a Napoli”, è stato l’esordio del presidente della Regione Campania, con la presidente del Consiglio che si è limitata a ringraziare. La frase di De Luca è una risposta a quanto gli fu detto dalla presidente del Consiglio a Caivano, per l’inaugurazione del centro sportivo Pino Daniele, citando l’insulto che lo stesso De Luca le aveva rivolto a febbraio in Transatlantico, riportate da una tv, in occasione della manifestazione a Roma con i sindaci campani per la mancata firma dell’accordo di Coesione con il governo.
De Luca, visibilmente contrariato, è poi salito sul palco dopo l’invito della premier Giorgia Meloni a partecipare alla foto di “gruppo”, con il ministro Raffaele Fitto e Gaetano Manfredi, che ha suggellato la firma del protocollo di intesa che assegna un miliardo e duecento milioni per il completamento di tutte le opere necessarie al recupero del sito di interesse nazionale Bagnoli-Coroglio. “Presidente vieni a fare una foto con noi”, ha ripetuto più di una volta la premier. De Luca, lui prima ha fatto un segno di no con il dito per rimarcare il suo appunto, poi ha dato il via libera alla foto.
“Tutti i tentativi di riqualificazione che si sono susseguiti in oltre 30 anni non hanno ottenuto, per utilizzare un eufemismo, i risultati sperati. Ho visto che qui fuori ci sono dei manifestanti, dagli slogan direi che sono centri sociali. Ma se non lo fossero, se fossero dei comitati, vorrei dire a quei cittadini che parlano di passerelle che li capisco, perché qui molte promesse sono state fatte e poi sono state tradite. Ma voglio dire a quei cittadini di darci la possibilità di dimostrare che le cose possono cambiare. E noi siamo qui per questo”, ha proseguito la presidente del Consiglio.
Parole di soddisfazione dal sindaco Manfredi. “La vostra presenza in questo luogo significa molto per Napoli e dimostra l’attenzione che il governo riserva alla lunga vicenda dell’area ex-Ilva di Bagnoli, per la quale oggi viene affrontata un’importantissima fase”, ha detto. Meloni ha ricambiato. “A Bagnoli insieme alle amministrazioni locali è stato fatto un bel lavoro di squadra, che precostituisce le condizioni per affrontare l’opera di risanamento ambientale e rigenerazione urbana più ambiziosa d’Europa”.
“La sfida – ha proseguito Meloni – è trasformare un’area abbandonata e inquinata, che è stata un simbolo dell’incapacità delle istituzioni nel dare risposte, in un moderno polo turistico, balneare e commerciale all’altezza della Campania e di Napoli”.