Morto in carcere Alexei Navalny

Per il portavoce del Cremlino non c'è bisogno di controlli aggiuntivi, "la causa della morte sarà stabilita dai medici"

Morto in carcere Alexei Navalny

Chi era Navalny

Alexei Navalny, a lungo considerato il più significativo oppositore politico del presidente russo Vladimir Putin, è morto in prigione venerdì all’età di 47 anni. L’annuncio ufficiale è stato dato dal servizio carcerario federale russo con queste poche righe.

“Il 16 febbraio il detenuto A.A. Navalny si è sentito male dopo una passeggiata, perdendo quasi subito conoscenza. Immediatamente è arrivato il personale medico dell’istituto ed è stata chiamata un’ambulanza. Sono state eseguite tutte le misure di rianimazione necessarie, che non hanno dato risultati positivi. I medici hanno quindi dichiarato il decesso del detenuto”. Al momento della morte, Navalny era detenuto in una prigione di massima sicurezza a Yamal, vicino al Circolo Polare Artico.

Per anni Alexey Navalny è stata la figura più importante della dissidenza russa. Nonostante il controllo stringente del Cremlino contro ogni forma di dissenso, Navalny è riuscito per anni a mobilitare la cittadinanza russa e a organizzare proteste contro il governo. Nell’agosto 2020 è entrato in coma dopo aver ingerito a sua insaputa l’agente nervino Novichok. Già allora, per i suoi sostenitori si era trattato di un tentativo di eliminazione sponsorizzato dallo stato. Grazie alle cure ricevute in Germania Navalny è sopravvissuto, ma nel 2021 ha dovuto fare ritorno in Russia. Al suo arrivo all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, è stato immediatamente arrestato e da allora è rimasto dietro le sbarre.

Il ruolo del governo russo

La morte del giovane dissidente arriva in un momento cruciale per il Paese. Manca infatti un mese alle elezioni presidenziali in cui Putin è destinato a prolungare ulteriormente il suo governo personale che dura da oltre due decenni e a consolidare la sua presa sul paese.

In seguito all’annuncio, le autorità russe non hanno fornito alcuna ulteriore informazione sulle cause del decesso del detenuto Alexei Navalny. Come da prassi ha parlato a nome delle autorità Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino. Il diplomatico ha inoltre specificato che il servizio penitenziario federale ha già effettuato i controlli necessari per stabilire le circostanze della morte del condannato. Pertanto, ha concluso, “non vi è bisogno di avviare controlli aggiuntivi”.

Anticipando le reazioni di tutto il mondo, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha subito condannato i detrattori del presidente Putin. “La reazione immediata dei leader della NATO alla morte di Navalny, sotto forma di accuse dirette contro la Russia, è ipocrita. Non è ancora stato eseguito un esame forense, ma le conclusioni occidentali sono già preparate”, ha affermato.

Lo stato di salute di Navalny

 Presto sono stati resi pubblici i commenti della madre di Navalny sull’accaduto. “Non voglio sentire alcuna condoglianza. Abbiamo visto mio figlio nella colonia penale il giorno 12, avevamo una visita. Era vivo, sano, allegro“, ha dichiarato sui social media, Lyudmila Ivanovna Navalnaya, stando a quanto riporta Novaya Gazeta.

Tale posizione è avvalorata da un video pubblicato dal quotidiano indipendente russo SOTA che risale solo a una sola settimana fa. Nelle riprese fatte in tribunale durante l’udienza di giovedì scorso, Navalny appariva in buona salute. Scherzosamente, il detenuto affermava di stare finendo i soldi da spendere in prigione.

I commenti dei leader mondiali

“È ovvio” che Putin lo abbia ucciso, ha commentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Diversi altri governi europei si sono uniti all’ipotesi di un coinvolgimento di Vladimir Putin nella morte di Navalny. “Alexei Navalny ha pagato con la vita la sua resistenza a un sistema di oppressione“, ha postato su X il ministro degli Esteri francese Stéphane Séjourné. Il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsk´y ha anche affermato che Navalny è stato “imprigionato e torturato a morte per essersi opposto a Putin”.

“La Russia è responsabile della morte di Navalny” è il commento che giunge da oltreoceano. In una nota, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha sottolineato che la morte dell’oppositore è la dimostrazione che il “sistema di Putin è debole e marcio“. E ancora: “La morte di Navalny è un altro segno della brutalità di Putin”.  È quanto affermato dalla vicepresidente americana Kamal Harris. “Qualsiasi cosa dirà Mosca, la Russia è responsabile della sua morte”, ha aggiunto.

Il vicepremier Tajani ricorda Navalny

“Dopo anni di detenzione in un regime carcerario non proprio liberale, la Russia perde una voce libera, siamo vicini alla famiglia, ci siamo sempre battuti, anche quando ero al Parlamento europeo, per la libertà sia in Russia sia in Bielorussia. Adesso ci sarà una voce di libertà meno” ha detto Antonio Tajani, Ministro degli Affari esteri e Vicepresidente del Consiglio Segretario nazionale Forza Italia, a margine del “Forum sanità una sanità più equa e accessibile a misura di cittadino” organizzato dalla consulta di Forza Italia, in corso oggi a Milano, a seguito della notizia della morte.

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