Scafisti e migranti contro Giorgia Meloni: minacce di morte a lei e alla figlia
Che l’immigrazione di massa costituisse una minaccia alla stabilità del nostro Paese e del resto d’Europa non era certo un mistero. Solo un approccio ideologico poteva negare le criticità all’orizzonte, predicando porti e frontiere aperte senza alcuna forma di controllo o regolamentazione. Come se non bastassero le notizie di cronaca provenienti dall’Italia, che quotidianamente ci presentano il conto di una simile filosofia, a rendere ancora più fosco il quadro c’è lo scoop realizzato da Il Giornale su quanto si scrive nelle chat degli africani. Dopo le visite di Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, infatti, anche gli abitanti del continente nero hanno iniziato a percepire che il vento stia cambiando, reagendo in maniera violenta.
Scafisti e aspiranti migranti, infatti, insultano e minacciano sia il presidente del Consiglio che la figlia di appena 7 anni. Insulti a sfondo sessuale e minacce di morte i commenti più ricorrenti nelle chat degli africani pronti a partire (o a lucrare sulle partenze). Da sottolineare come molti di questi soggetti, senza un cambio radicale di approccio, potrebbero presto “arricchire” il nostro Paese con la loro presenza.
Fratelli d’Italia: “le minacce non ci fermeranno”
Così Sara Kelany, deputata e responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia, ha commentato quanto rivelato da Il Giornale: “Le minacce di morte indirizzate via web alla presidente Meloni da parte dei trafficanti di morte sono la dimostrazione più tangibile che la linea del governo per contrastare l’immigrazione illegale è quella giusta. Le ultime misure adottate dall’esecutivo vanno proprio nella direzione di porre fine allo sporco traffico degli esseri umani che è la prima causa di ogni tragedia che avviene in mare”.
“Sia ben chiaro – continua Kelany – che non sono le minacce che potranno fermare il nostro operato: 18 mesi di trattenimento per chi sbarca illegalmente e creazione di nuovi centri per il rimpatrio lontani dalle abitazioni e distribuiti in ogni regione. E la prospettiva del Piano Mattei per porre un argine definitivo alle partenze. Tutto questo contrasta con l’attività degli scafisti che cominciano ad essere nervosi: sappiano, lorsignori, che per loro in Italia non vi sarà futuro”.