Multa UE da 1,3 miliardi di dollari per Meta
Attualmente i dati degli utenti europei possono finire nelle mani degli 007 americani senza particolare sforzo. Basta utilizzare le più popolari piattaforme social e di messaggistica, come Facebook, Instagram e Whatsapp, perché le agenzie d’intelligence americane ne abbiano accesso. Le regole comunitarie sulla privacy sono molto più stringenti di quelle dall’altra parte dell’Atlantico. Per questo l’Antitrust europeo avrebbe deciso, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, di comminare una multa salata a Meta. Si tratterebbe di una sanzione di ben 1,3 miliardi di dollari.
Già negli anni scorsi il colosso digitale era stato avvertito circa la scorrettezza delle pratiche messe in atto. La denuncia è partita dalla Commissaria per la protezione dei dati irlandese Helen Dixon. L’Irlanda, come è noto, è il Paese in cui Meta ha stabilito la propria sede europea, visto il regime fiscale favorevole. Ciò non ha impedito all’isola verde di sottolineare come il trasferimento dei dati negli Stati Uniti, e la loro fruizione da parte degli apparati di sicurezza a stelle e strisce, violi il GDPR.
La sovranità digitale è centrale nella competizione globale
L’ufficialità della sanzione dovrebbe arrivare in giornata, scrivendo la storia dei rapporti tra le due sponde dell’Atlantico. Sul tema dei social network e della conservazione dei dati si sta giocando una partita di importanza strategica. Se negli Stati avversi all’Occidente, come Russia, Cina, Iran e Corea del Nord non è possibile utilizzare i social network di provenienza americana, gli USA si apprestano a fare altrettanto. TikTok, la popolare piattaforma cinese, sta infatti finendo progressivamente nel mirino di Washington. Esso è stato prima vietato per i dipendenti delle agenzie governative e, in un secondo momento, si è prefigurato il bando totale da singoli Stati. Il Montana ha fatto da apripista, vietando nei giorni scorsi l’app cinese: è molto probabile che venga presto seguito da altri Stati USA.
L’Europa in questo campo si colloca in una posizione molto delicata. Bruxelles non rappresenta certamente un’entità statuale. Essa non dispone quindi di quella compiutezza strategica necessaria in ambiti cruciali come la sovranità digitale. Il cordone ombelicale con gli Stati Uniti, nonché l’inserimento nella sfera d’influenza di Washington, rendono quasi velleitario pensare a un disaccoppiamento. Resta dunque da vedere se la sanzione in arrivo rappresenti un’iniziativa estemporanea o una tappa di un percorso più strutturato. In ogni caso merita di essere ripetuto ancora una volta come la tecnologia sia ben distante dall’essere neutrale. Essa rientra pienamente nello scontro tra potenze e serve gli interessi dei singoli Stati.