L’ultima vendetta di Biden ha del tragicomico

Non un'uscita di scena da gentiluomo. Negli ultimi giorni prima del passaggio di consegne, Biden ne ha infatti approfittato per sanzionare il capo di gabinetto di Orban. L'Ungheria protesta e definisce fallimentare l'amministrazione dem.

Biden

Il vero volto di Biden

A pochi giorni dal “tutti a casa” Biden ne approfitta per graziare amici e parenti e per vendicarsi di alcuni rivali. Ieri la ciliegina sulla torta. Il Dipartimento del Tesoro, infatti, ha sanzionato Antal Rogan, il capo di gabinetto del premier ungherese Viktor Orban. Lo ha fatto in base al Magnitsky Act, che prende di mira i pubblici ufficiali stranieri responsabili di corruzione e violazione dei diritti umani.

Superfluo sottolineare la discrezionalità di tali criteri. Qualcuno ha per caso visto sanzioni contro Netanyahu e gli alti vertici israeliani? O provvedimenti contro le petromonarchie del Golfo? Ovviamente no. Curioso peraltro che tale ritorsione si applichi a un Paese NATO e membro dell’UE. Un colpo di coda che la dice lunga sulla frustrazione dem. Ancor più paradossale che la sanzione sia stata comminata per le presunte ingerenze degli esponenti governativi magiari sul sistema economico locale. Come se gli USA non fossero gli sponsor, a pochi chilometri di distanza, di un’Ucraina in mano a una manciata di oligarchi.

I dem americani vogliono “sinceramente” il bene dell’Ungheria

Ma vediamo con precisione l’accusa addebitata ad Antal Rogan. “Durante il suo mandato come funzionario governativo – si legge nel comunicato stampa diramato ieri dal Dipartimento di Stato – incluso quello di Ministro incaricato del Gabinetto di Orban, Rogan avrebbe orchestrato schemi progettati per controllare settori strategici dell’economia ungherese. Il ministro Rogan ha svolto un ruolo centrale nel rendere possibile un sistema in Ungheria che ha avvantaggiato lui stesso e il suo partito a spese del popolo ungherese. L’attività di Rogan è emblematica del più ampio clima di impunità in Ungheria, dove elementi chiave dello Stato sono stati catturati da oligarchi e attori antidemocratici”.

L’amministrazione Biden? Due pesi e due misure

“L’azione odierna – prosegue la nota – implementa la strategia statunitense sulla lotta alla corruzione, che identifica la cattura da parte dello stato come una specifica tipologia di preoccupazione. Gli Stati Uniti hanno un interesse di sicurezza nazionale nella vitalità e nella continuità delle istituzioni democratiche dei nostri alleati, nonché nella protezione della democrazia a livello globale. Questa designazione ha lo scopo di garantire che il sistema finanziario statunitense non svolga alcun ruolo nel facilitare le attività di corruzione di Antal Rogan”.

“Continuiamo a esortare i leader ungheresi ad affrontare la corruzione in modo proattivo, inequivocabile e deciso. Un’Ungheria più trasparente contribuirà a un’Alleanza transatlantica più forte e a un’Europa più prospera. Le azioni sanzionatorie del Dipartimento del Tesoro oggi sono state adottate ai sensi dell’Ordine Esecutivo 13818, che implementa e si basa sul Global Magnitsky Human Rights Accountability Act e prende di mira i responsabili di gravi abusi dei diritti umani e di corruzione in tutto il mondo”.

La reazione di Budapest

Inevitabile che l’Ungheria rispondesse a tono all’uscita temeraria dell’amministrazione USA. Il ministro degli Esteri di Budapest, Péter Szijjártó, definisce quanto accaduto “un atto di vendetta personale da parte dell’ambasciatore [David Pressman ndr] inviato in Ungheria dalla fallita amministrazione americana, che ora se ne va senza successo e ingloriosamente. Che fortuna che tra pochi giorni gli Stati Uniti saranno guidati da persone che considerano il nostro Paese un amico piuttosto che un nemico”.

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