Musk fumo negli occhi per la sinistra (e per l’asse franco-tedesco)
Continua a tenere banco nel dibattito pubblico l’indiscrezione di Bloomberg sul possibile accordo da 1,5 miliardi di euro tra l’Italia e SpaceX. Una notizia smentita da Palazzo Chigi, che ha definito “ridicola” la ricostruzione per cui Meloni ne avrebbe addirittura parlato con Trump nel corso del loro ultimo colloquio a Mar-a-Lago. Ad ogni modo, l’ipotesi di un contratto con la società di Elon Musk è da giorni nel mirino delle opposizioni. Non aveva torto Meloni quando ironizzava sul fatto che il magnate sudafricano fosse riuscito a trasformare PD e M5S in “sovranisti” pur di attaccare il governo.
Musk, del resto, è sempre più la bestia nera della sinistra internazionale. Visto lo stretto rapporto con Meloni, quella italiana si è posizionata in prima fila. A denunciare la crociata contro Musk e Meloni è stato il suo referente nel nostro Paese, Andrea Stroppa. Una serie di tweet in questi giorni sta rispedendo al mittente le critiche verso il sistema Starlink. Uno, in particolare, pubblicato questa mattina, ha evidenziato come dietro gli appunti a Elon Musk si celino in realtà gli interessi francesi e tedeschi.
Cosa si nasconde dietro le critiche a Starlink?
In una simulazione di domande e risposte, Stroppa infatti chiede: “Scusa, ma perché di queste notizie non c’è traccia da nessuna parte? Perché non bisogna parlarne, sennò i padroni si arrabbiano. Hai letto stamattina i giornali, no? L’ordine è: Musk cattivo, Meloni venduta”.
Ma a cosa si riferisce Stroppa? “L’Europa ha un razzo per lanciare i satelliti a bassa orbita, […] Ariane6 che andrà a sostituire un vecchio razzo chiamato Ariane5”. Il tutto all’interno del progetto Iris2.
“Tutto è iniziato il 2 dicembre 2014 (Renzi PdC, Calenda Ministro) con una riunione operativa degli Stati Europei. C’era ovviamente anche l’Italia con il suo governo. L’obiettivo era quello di avere il razzo Ariane6 pronto per il 2020”.
A quella data, però, l’unica cosa lievitata “erano i soldi pubblici che venivano dagli Stati europei per finanziare il progetto”. Il costo al momento si aggira sui 4 miliardi di euro, con l’Italia che ha finora speso 500 milioni. Peccato però che in questo consorzio europeo il nostro Paese abbia una quota di appena il 3,4%, a dispetto del 74% in mano a un gruppo a maggioranza francese (e con una minoranza tedesca) e dell’8% detenuto direttamente da un gruppo tedesco. Nessun membro del management, peraltro, è italiano e la base da cui vengono lanciati i satelliti è francese.
“Cioè, abbiamo messo tutti quei soldi, ci siamo beccati in silenzio un ritardo di anni e non contiamo niente. Uffa. Vabbè, ma almeno il razzo come sta andando?” chiede Stroppa nel finto botta e risposta.
“Male! Ha fatto il suo primo lancio a fine 2024. Dopo 10 anni dall’annuncio e 4 anni di ritardo dalla tabella di marcia. È nato già vecchio e ironia della sorte si sono dovuti fermare di nuovo prima di lanciarlo perché ha problemi tecnici”.
L’assist di Salvini
Chiaro dunque che su questa vicenda si stiano giocando contemporaneamente molte partite: da quella della sicurezza delle comunicazioni allo scontro tra USA e UE. Sappiamo come Meloni possa rappresentare un importante elemento di riequilibrio e, proprio per questo, dà fastidio a molti.
Galvanizzato dall’assoluzione al processo di Palermo e in crescita nei sondaggi, Salvini non ha voluto farsi battere sul tempo. Vista la sinergia con Trump e Musk, infatti, il leader leghista sta supportando a tambur battente l’ipotesi di un accordo con SpaceX.
“Elon Musk è una figura di spicco nell’innovazione globale – ha twittato giusto ieri pomeriggio – un potenziale accordo con lui e SpaceX per garantire connettività e modernizzazione in tutta Italia non sarebbe una minaccia, ma piuttosto un’opportunità. Sono fiducioso che il governo andrà avanti in questa direzione perché fornire servizi migliori ai cittadini è un dovere”.
L’endorsement del vicepremier non è passato inosservato oltre Atlantico. Parola di Elon Musk, che oggi ha commentato le parole di Salvini sull’accordo: “Sarà fantastico. Anche altri Paesi in Europa chiederanno di usufruirne”.