Contrordine delle poste USA sui pacchi da Cina e Hong Kong
Lo stop alla merce proveniente da Cina e Hong Kong è durato appena una manciata di ore. Lo United States Postal Service, secondo quanto riportato dal New York Times, ha infatti comunicato di tornare ad accettare i pacchi provenienti da Cina e Hong Kong.
Ma facciamo un rapido passo indietro. In seguito a un ordine esecutivo del presidente Trump di sabato, i pacchi fino a 800 dollari non sono più esenti da tasse, come avveniva in precedenza. Una formula, cosiddetta de minimis, utilizzata anche dai giganti dell’e-commerce (e i cinesi non fanno eccezione).
La decisione aveva comportato il rifiuto di quasi quattro milioni di pacchi giornalieri. L’USPS aveva annunciato di bloccare “temporaneamente” e “fino a nuovo avviso” le spedizioni dalla Cina e dalla città tornata sotto il controllo di Pechino nel 1997.
Poi, appunto, la marcia indietro. Le poste USA, hanno fatto sapere, continueranno “ad accettare tutta la posta e i pacchi internazionali in arrivo dalla Cina e da Hong Kong […] USPS e Customs and Border Protection stanno lavorando a stretto contatto per implementare un meccanismo di riscossione efficiente per le nuove tariffe cinesi, per garantire la minima interruzione nella consegna dei pacchi”.
Occorrerà dunque più tempo per calare nel quotidiano la misura voluta da Trump. Due gli effetti principali che il tycoon e l’amministrazione USA si aspettano da tale provvedimento. Il primo è quello di aumentare gli introiti a scapito dei mittenti cinesi. Il secondo, non meno importante, è quello di implementare i controlli. Perché l’emergenza fentanyl in America è tutto fuorché uno spauracchio agitato da Trump.
Bisogna quindi colpire tutte le possibili rotte che i trafficanti utilizzano per recapitare negli USA la “droga degli zombie”. Facile capire come quasi quattro milioni di pacchi ogni giorno, in assenza di controlli adeguati, costituiscono un cavallo di Troia estremamente pericoloso.