- L’FBI nell’era Biden
- Agenti infiltrati per assistere alla Messa in latino…
- Sostenitori di Trump spiati e indagati dall’FBI
- I genitori degli studenti considerati potenziali criminali
- Nel mirino anche i movimenti Pro-Vita
- FBI infiltrata durante l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021
- L’FBI in balia delle politiche DEI
- La riforma dell’FBI
L’FBI nell’era Biden
L’FBI, il Federal Bureau of Investigation, è la principale agenzia federale incaricata dell’applicazione della legge. Secondo diversi osservatori, tuttavia, sotto la guida del direttore dell’FBI Christopher Wray, recentemente “dimissionato” da Trump, questa è stata troppo occupata a perseguire il politicamente corretto anziché garantire efficacemente la sicurezza nazionale. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, come il drammatico attentato di New Orleans sta a testimoniare.
Un esempio concreto? Il famigerato memorandum che etichettava i cattolici come potenziali terroristi interni. I documenti relativi a tale vicenda sono stati ottenuti dai repubblicani della Camera nel 2023: diversi uffici dell’FBI hanno speso tempo e risorse per indagare persone del tutto innocue. Ad esempio, un memo dell’FBI trapelato ha rivelato che un ufficio di Richmond, in Virginia, stava indagando sulla presunta “supremazia bianca” professata dai cattolici che partecipavano alla messa in latino.
Agenti infiltrati per assistere alla Messa in latino…
Il documento in questione metteva in guardia dai “cattolici radicali-tradizionalisti” e riportava l’avvenuta infiltrazione nelle comunità cattoliche di “vari tipi di informatori”. Memo successivi mostrano che gli uffici dell’FBI a Los Angeles e Portland erano parimenti coinvolti nel prendere di mira i cattolici tradizionalisti.
I funzionari dell’FBI hanno replicato che solo pochi uffici erano implicati in questa curiosa indagine. Il rapporto del Congresso ha però rivelato che “l’FBI aveva piani per una strategia più generale, basata sul memorandum di Richmond”. Nonostante la ritrattazione e il disconoscimento del memorandum da parte del capo dell’FBI Wray, il rapporto ha anche evidenziato come “l’FBI potrebbe ancora tentare di trasformare le informazioni del memorandum di Richmond in un documento rivolto all’esterno”.
Il documento dei repubblicani afferma infine che l’FBI “deve intraprendere un’azione decisiva per ricostruire la fiducia del pubblico”, osservando che l’ufficio di Richmond non ha mai rilasciato scuse ufficiali né ha rimosso alcun dipendente coinvolto nella creazione del memo.
Sostenitori di Trump spiati e indagati dall’FBI
In vista delle elezioni presidenziali del 2024, il Federal Bureau of Investigation aveva il compito di perseguire e prevenire quello che definisce terrorismo interno, ma senza riferimento diretto a partiti politici o affiliazioni. Purtroppo, secondo un rapporto di Newsweek, “quasi due terzi delle indagini dell’FBI” si sono concentrate sui sostenitori di Trump.
Dopo il 6 gennaio, l’FBI ha ampliato la sua categoria “estremisti violenti anti-governativi o anti-autorità” (AGAAVE) per “avviare indagini sugli americani in base alle loro affiliazioni politiche”. Newsweek ha inoltre riferito che, sebbene i sostenitori di Trump non siano stati ufficialmente designati come membri di questa categoria, “gli addetti ai lavori del governo hanno puntualmente applicato tale etichetta ai sostenitori dell’ex presidente”.
Un alto funzionario dell’FBI avrebbe addirittura sostenuto che “l’esercito di Trump costituisce la più grande minaccia di violenza a livello nazionale”.
D’altronde non c’è da essere sorpresi per questo atteggiamento, considerando che Biden ha presentato Trump e il MAGA come una minaccia esistenziale per la democrazia americana. “Donald Trump e i repubblicani MAGA sono una minaccia per l’anima stessa di questo paese”, aveva twittato il presidente uscente lo scorso settembre.
I genitori degli studenti considerati potenziali criminali
Le distorsioni purtroppo non finiscono qui. Nell’ottobre del 2021, ad esempio, il Dipartimento di Giustizia (DOJ) aveva emesso una nota che istruiva l’FBI a sorvegliare i genitori che si fossero mostrati alla stregua di “attivisti” durante le riunioni del consiglio scolastico. La nota è arrivata pochi giorni dopo che la Casa Bianca aveva approvato una raccomandazione della National School Board Association che chiedeva l’uso di misure antiterrorismo contro i genitori che si fossero espressi criticamente durante le riunioni del consiglio scolastico.
Tiffany Justice, co-fondatrice di Moms for Liberty, ha raccontato a The Federalist di una madre che è stata denunciata dall’FBI semplicemente per essere apparsa “piuttosto sconvolta” durante una riunione del consiglio scolastico quando ha parlato degli effetti negativi delle quarantene e della chiusura delle scuole. Justice ha anche citato il caso di un’altra madre affiliata alla sua organizzazione che sarebbe stata interrogata dall’FBI sull’eventuale possesso di armi e sulle sue facoltà mentali, solo perché “non era d’accordo con il suo consiglio scolastico”.
“Abbiamo partecipato alle riunioni del consiglio scolastico, spesso affrontando un trattamento ingiusto”, ha detto Justice. “I genitori sono stati espulsi, i loro microfoni sono stati tagliati e a molti è stato impedito di parlare”.
Anche Nicole Neily, fondatrice di Parents Defending Education, ha raccontato al Congresso di molti genitori timorosi di intervenire nei consigli scolastici dopo varie intimidazioni subite dall’FBI.
Nel mirino anche i movimenti Pro-Vita
Durante l’amministrazione Biden, l’FBI ha preso di mira 55 manifestanti pro-life che osavano pregare, cantare ed evangelizzare nelle vicinanze delle strutture per l’aborto. Applicando la legge “Freedom of Access to Clinic Entrances” (FACE), varata dall’amministrazione Biden, l’FBI ha preso di mira esclusivamente i manifestanti pro-life, trascurando gli oltre 90 casi di “attentati incendiari, atti di vandalismo e altri attacchi portati da abortisti a centri di gravidanza salvavita, organizzazioni pro-life e chiese”.
La 75enne Paulette Harlow è stata accusata e giudicata colpevole di aver violato il FACE Act dopo aver pregato in una struttura abortiva di Washington, DC. Harlow è stata condannata a due anni di carcere. L’FBI ha a lungo considerato i pro-life minacce per la convivenza civile, con l’ex agente speciale dell’FBI Steve Friend che ha rivelato in un’intervista al Tennessee Informer come l’FBI abbia mostrato agli agenti un video prodotto dal Southern Poverty Law Center, organizzazione di estrema sinistra, che “classificava le persone che si oppongono all’aborto e gli attivisti pro-life come una minaccia maggiore degli islamisti”.
FBI infiltrata durante l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021
Recentemente il Dipartimento di Giustizia ha ammesso la presenza di 26 agenti dell’FBI tra i manifestanti del 6 gennaio, specificando però che essi non erano autorizzati ad entrare nel Campidoglio, né ad incoraggiare atti illegali. Lo stesso rapporto ammette poi che 17 dei 26 agenti dell’FBI erano effettivamente entrati a Capitol Hill, violando le regole d’ingaggio.
Numerose fonti sostengono invece la presenza di molti più agenti ed il loro ruolo di istigatori della protesta. Sta di fatto che, mentre oltre 1.500 persone sono state perseguite per i fatti del 6 gennaio, nessuno degli infiltrati dell’FBI ha subìto conseguenze.
La 71enne Rebecca Lavrenz, ad esempio, è stata recentemente condannata ad un anno di libertà vigilata per essere entrata in Campidoglio per circa 10 minuti. Due agenti dell’FBI si sono presentati a casa sua il 19 aprile 2021 e l’hanno accusata di cospirazione, nonostante in quei dieci minuti la nonnina avesse passato il tempo a chiacchierare con un agente di polizia.
L’FBI in balia delle politiche DEI
Sotto la guida del direttore dell’FBI Christopher Wray, le iniziative DEI (Diversità, Equità, Inclusione) sono state fondamentali negli sforzi dell’agenzia per diversificare la sua forza lavoro. Secondo un rapporto presentato alla Commissione Giustizia della Camera, queste iniziative danno priorità alla razza, al genere e all’orientamento sessuale rispetto alle qualifiche tradizionali come la forma fisica, l’integrità e l’esperienza. Secondo molti, tali “discriminazioni positive” possono minare la missione dell’FBI di proteggere la sicurezza nazionale.
Il rapporto, compilato da un’alleanza di agenti dell’FBI in servizio attivo e in pensione, dipinge un quadro cupo delle pratiche di reclutamento del Bureau: vengono ammessi candidati con significativi deficit di forma fisica e qualifiche accademiche discutibili; la politica sulle droghe per i richiedenti è stata “liberalizzata”, consentendo alle persone con storie di abuso di sostanze di unirsi all’ufficio; nelle promozioni, il merito e le capacità dimostrate sul campo sono meno importanti della DEI.
La riforma dell’FBI
Non è quindi una sorpresa che gli americani non si fidino più dell’FBI. Negli ultimi anni, vari sondaggi hanno mostrato un calo significativo della fiducia nei suoi confronti. Una rilevazione del McCourtney Institute for Democracy risalente al novembre 2022 ha evidenziato come il 67% dei repubblicani, il 61% degli indipendenti e il 31% dei democratici avessero un giudizio negativo sull’operato dell’agenzia.
Un sondaggio della NBC del luglio 2023 ha rilevato che il 35% degli americani godeva di un’opinione negativa per quanto concerne le indagini a carico del presidente Trump, mentre una rilevazione di Rasmussen dello stesso anno ha mostrato come quasi due terzi degli elettori considerassero l’agenzia “politicamente allineata”.
Nell’agosto del 2024, il Pew Research Center ha registrato una vistosa discesa della fiducia nei confronti del Dipartimento di Giustizia tra repubblicani, indipendenti e democratici, con solo il 33% degli americani che nutre un’opinione favorevole.
Su questa base, alcuni agenti speciali dell’FBI in pensione hanno recentemente lanciato il movimento “Reform the Bureau” (RTB). Si tratta di un movimento finalizzato a riportare l’FBI alla sua missione principale: proteggere il pubblico, combattere il crimine e sostenere lo stato di diritto.
Siamo in un momento cruciale per attuare cambiamenti radicali all’interno dell’agenzia e la scelta del presidente eletto Trump di porre Kash Patel alla guida dell’FBI suggerisce una certa sensibilità al tema. Facile immaginare che Patel s’impegnerà per ripristinare la fiducia, riportare trasparenza ed integrità in un’agenzia che, come Icaro, è forse volata troppo vicino al sole della politica.
