La principessa Kate operata da medici italiani

L’affetto del mondo per la principessa Kate

Il tempo non scalfisce il fascino che circonda la famiglia reale britannica. Curiosamente è proprio un Paese saldamente repubblicano come l’Italia a nutrire verso di essa un interesse fortissimo. Diremo anzi che a volte sfiora il morboso. Alcune vicende, però, trascendono la cronaca o il gossip per assurgere a simboli e fenomeni di costume. Era dai tempi di Lady Diana, infatti, che una principessa non scaldava i cuori dei sudditi britannici e degli appassionati di tutto il mondo. Oggi quell’affetto è indirizzato alla principessa Kate, la cui battaglia con il cancro è diventata appunto un simbolo di milioni di lotte “individuali” che avvengono lontano dai riflettori.

Un nuovo dettaglio è emerso ieri grazie al settimanale italiano Gente. Il periodico (uscito oggi ma con alcune anticipazioni pubblicate già ieri) ha rivelato come a operare la principessa Kate siano stati anche dei medici italiani. L’intervento in questione è quello avvenuto 4 mesi fa nella struttura privata London Clinic. Un’equipe di dottori provenienti dal Policlinico Gemelli di Roma avrebbe avuto dunque un ruolo di primo piano. Dall’ospedale capitolino (noto, tra l’altro, per curare e ospitare il papa quando necessario) non è arrivata alcuna conferma, né smentita.

C’è anche un po’ d’Italia, dunque, in questa vicenda che sta tenendo il mondo con il fiato sospeso. Finora la partecipazione di nostri connazionali non era mai emersa in nessun comunicato ufficiale. Vero che le cure della royal family sono sottoposte alla più ferrea privacy (e ci mancherebbe). Colpisce però il riserbo sulla partecipazione di professionisti stranieri. Quasi le esigenze di salute non prevalessero su considerazioni di prestigio nazionale. Ad ogni modo, senza innescare sterili polemiche, l’auspicio è che i membri della famiglia reale britannica, a cominciare dalla principessa Kate, possano vincere la propria battaglia. E con loro tutti quelli che lottano quotidianamente contro questi mali. Connazionali o meno non ha davvero alcuna importanza.