Il 25 ottobre è il World Pasta Day
È giunto alla 26edizione il World Pasta Day, la giornata che celebra uno dei cibi più iconici del nostro Paese. L’iniziativa è figlia della collaborazione tra l’Unione Italiana Food e l’International Pasta Organisation (Ipo). Per l’occasione ogni anno viene scelta una capitale della pasta: nel 2024 è la volta di Philadelphia, in Pennsylvania, che come tutti gli Stati Uniti ha subito nel tempo una forte immigrazione italiana.
Non ce ne vogliano gli amanti della pizza (gruppo, peraltro, che annovera anche i sottoscritti), ma nessun cibo caratterizza le abitudini alimentari degli italiani quanto la pasta. Un connazionale su due, infatti, la mangia con cadenza quotidiana. Il 20% degli italiani lo fa 4-5 volte a settimana, mentre il 99% almeno una volta.
Italia primo produttore al mondo
Questa onnipresenza della pasta nella nostra dieta ha avuto inevitabilmente ripercussioni economiche. L’Italia si colloca infatti come il primo Paese produttore a livello mondiale. 3,9 i milioni di tonnellate di pasta che il Belpaese ha realizzato nel 2023, con un fatturato di oltre 8 miliardi di euro (in crescita del 5,4% rispetto all’anno precedente). Basti pensare che In Europa i tre quarti della pasta consumati sono italiani. Nel mondo la percentuale scende al 25%, dato comunque imponente. Ogni anno gli italiani assumono 23,3kg pro-capite, seguiti da Tunisia (17 kg), Venezuela (15 kg) Grecia (12,2 kg) e Perù (9,9 Kg).
Un apprezzamento, del resto, che è in continua crescita in tutto il mondo. Negli ultimi 25 anni il consumo globale di pasta è infatti raddoppiato. A beneficiarne sono ovviamente anche le nostre imprese, con l’export che in tale lasso di tempo è triplicato.
Nel 2023, ad esempio, il 56% della pasta che abbiamo prodotto (in termini assoluti si tratta di 2,2 milioni di tonnellate) è stato destinato al mercato estero, per un valore di 3,8 miliardi di euro.
Un ottimo modo, insomma, per coniugare business, gusto e salute. Un invito inoltre ad approfondire uno stile di vita più sano e un apprezzamento maggiore per la qualità: tratti, peraltro, che caratterizzano all’estero l’Italia e gli italiani.