Italiani all’estero: un asset prezioso anche per il turismo
Da tempo l’Italia sta cercando di recuperare il terreno perduto circa la valorizzazione dei propri connazionali all’estero. Un bacino davvero imponente, vettore d’influenza, relazioni e scambi culturali con i Paesi di approdo. L’appello agli aspetti più elevati non tragga però in inganno. Gli italiani all’estero sono infatti un asset prezioso anche a livello economico. È quanto mette nero su bianco un’interessante ricerca di Confcommercio, realizzata in collaborazione con Swg, TRA Consulting e Italyrooting Consulting.
“Sono sei milioni gli italiani residenti all’estero – si legge sul sito di Confcommercio – una cifra che sale a 80 milioni comprendendo nel novero anche oriundi e discendenti e addirittura a 260 milioni se si include nel totale il numero degli affini con legami parentali, di quanti parlano la nostra lingua o comunque si sentano particolarmente vicini alla nostra cultura, anche per motivi di lavoro. Sono cifre che fanno dell’Italia un caso pressoché unico al mondo e che il 2024 – decretato ‘Anno delle radici italiane’ dal Ministero degli Esteri, con tanto di specifico progetto inserito nel PNRR – permette di portare in primo piano”.
I numeri
Questa, del resto, la filosofia di Italea, il progetto di turismo delle radici messo in campo dal MAECI. Se dai numeri degli italiani all’estero e degli italo-discendenti si passa a quelli del possibile indotto, il quadro delineato diventa ancor più ghiotto. Secondo lo studio citato, infatti, puntare su una comunità così ingente e interessata, potrebbe raggiungere dimensioni sorprendenti, disponendo peraltro di un’elevatissima capacità di spesa. Un tesoro da circa 8 miliardi di euro l’anno, conseguibile soltanto in presenza di politiche adeguate.
“Nel 2022 i ‘turisti delle radici’ sono stati ben 10 milioni – prosegue Confcommercio – il 60% dei quali è venuto o tornato più volte nel corso degli anni. Tre su dieci hanno dedicato al viaggio in Italia una o due settimane, per visitare parenti e luoghi di origine ma anche l’Italia nel suo complesso (il 55% del tempo del viaggio è consacrato proprio a questo). La maggior parte è arrivata con la famiglia preferendo i mesi di giugno e settembre. Il 27% ha pernottato a casa di parenti e amici, mentre il 35% ha puntato sugli alberghi e il 16% su altri tipi di strutture turistico-ricettive. Il budget è stato di 2.300 euro a persona, diventati 3.700 per quanti hanno allungato la vacanza fino a un mese. Interessante notare anche che quando rientra da un viaggio nel nostro Paese l’87% consiglia caldamente le nostre destinazioni turistiche a parenti, amici e conoscenti“.