Quasi un italiano su quattro a rischio povertà o esclusione sociale
Sono stati diffusi in questi giorni i dati dell’Istat sulle condizioni di vita e il reddito delle famiglie. Dati che, inevitabilmente, hanno riacceso il dibattito sullo stato di salute della nostra economia. I numeri riportati sono quelli del 2023. Essi registrano un miglioramento rispetto all’anno precedente. Gli italiani a rischio povertà o esclusione sociale sono infatti scesi dal 24,4% al 22,8%. Miglioramento su cui, tuttavia, c’è poco da tirare un sospiro di sollievo vista la preoccupante diffusione del fenomeno.
Basti pensare che è aumentata, seppur leggermente, la quota di chi vive in condizione di grave deprivazione materiale e sociale. Questi sono infatti passati dal 4,5% del 2022 al 4,7%. L’aumento, peraltro, ha riguardato l’Italia centro-meridionale, campanello d’allarme mentre il Parlamento si appresta a varare la riforma dell’autonomia differenziata, sulla quale non mancano legittime apprensioni.
Preoccupa inoltre la sperequazione sociale. Nel 2022, ad esempio, il reddito totale delle famiglie più abbienti era 5,3 volte quello delle famiglie più povere (nel 2021 toccava quota 5,6). Un dato che fa riflettere sui numerosi interventi che andrebbero attuati in termini di giustizia sociale.
La riduzione di chi vive a rischio di povertà o esclusione sociale è dipesa da diversi fattori. Pensiamo all’aumento significativo dell’occupazione, a misure di sostegno familiare, come l’Assegno unico universale per i figli, e ai bonus contro il caro energia. Anche i provvedimenti fiscali, ha evidenziato l’Istat, hanno contribuito al miglioramento registrato nel 2023.
All’esecutivo, dunque, il merito di essere riuscito a tamponare una situazione drammatica, venutasi a creare in seguito al conflitto russo-ucraino e alle sue ripercussioni su materie prime ed energia. Resta, tuttavia, molto lavoro da fare per dare risposte agli 11 milioni e 121mila connazionali che vivono oggi in una condizione di povertà. Senza dimenticare, poi, i 2 milioni e 788mila italiani che vivono in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale. Con l’introduzione dei bonus per giovani e donne, con l’istituzione della Zona Economica Speciale del Mezzogiorno e, non da ultimo, con la riforma fiscale, il governo ha messo in piedi ulteriori strumenti per migliorare la situazione. Saranno i prossimi anni a dirci con quali effetti.