Una storia che sta finendo male, con poca eleganza, con tanto rancore e senza la discrezione che un amore così grande come quello tra Lorenzo Insigne e il Napoli avrebbe meritato per ciò che ha rappresentato negli ultimi 10 anni. Le immagini dell’incontro con rappresentanti del Toronto Fc all’hotel St. Regis di Roma sono rimbalzate ovunque e hanno colpito nel cuore buona parte dei tifosi azzurri. Che sono divisi, senza dubbio amareggiati. Lorenzo non ha accettato l’offerta al ribasso del Napoli (3,5 milioni più bonus) e ha detto sì a quella canadese del Toronto Fc, che sul piatto gli ha messo uno stipendio sulle cui cifre c’è ancora molta confusione, ma che non dovrebbe essere inferiore agli 8 milioni di euro a stagione più ricchi bonus facilmente raggiungibili e legati a gol e assist.
Tempistiche sbagliate
A 48 ore dalla partita con la Juventus, insomma, Lorenzo ha avuto la fretta di andare a Roma per stabilire con anticipo il suo futuro, che sarà nella MLS, un campionato che per visibilità e a livello tecnico-tattico è nettamente inferiore alla Serie A o agli altri quattro campionati più importanti d’Europa. Offerte che lo soddisfacessero non ne sono arrivate, nonostante il palmares di tutto rispetto. Le grandi d’Europa, in fin dei conti, non l’hanno ritenuto all’altezza. E il Napoli, al quale manca la qualificazione in Champions da tre anni, non ha potuto o voluto offrirgli i 6 milioni di euro netti a stagione che il capitano richiedeva.
E adesso?
Ora, però, bisognerà capire come Insigne trascorrerà questi ultimi 5 mesi in maglia azzurra. È stato un capitano amato e ‘odiato’ dal pubblico del Maradona. Ha diviso, da sempre, i tifosi per la sua attitudine in campo e per qualche mugugno di troppo dovuto al carattere, schivo, e l fatto di sentire particolarmente il suo essere napoletano. Spalletti ha provato a convincerlo fino all’ultimo, ma il richiamo dei dollari è stato più forte. De Laurentiis, in fin dei conti, non si starà mangiando le mani. Si libera, dopo Manolas, di un altro degli ingaggi più pesanti della rosa. Un ridimensionamento necessario, vista la pandemia e gli introiti che non sono più quelli di una volta. Verrà rimpiazzato probabilmente con un giovane dalle belle speranze. In puro stile ‘ADL’, con uno sguardo a possibili plusvalenze da mettere a bilancio.