Al rientro dalle vacanze invernali, gli Americani hanno trovato una brutta sorpresa nei supermercati. La disponibilità delle uova sugli scaffali si è quasi azzerata e la poca disponibilità viene venduta ad un prezzo praticamente triplicato. Le cause sono dovute alla diffusione dell’influenza aviaria, una epidemia altamente patogena (HPAI), che sta facendo strage negli allevamenti di galline ovaiole.
La strage
Secondo il Dipartimento dell’agricoltura USA, solo nei mesi di novembre e dicembre a causa dell’influenza aviaria sono morti più di 17 milioni di galline ovaiole, con conseguente carenza di prodotto disponibile.
Di per sé, già questo sarebbe un grosso problema di approvvigionamento, ma c’è da considerare che, in più, la domanda di uova, rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti, è aumentata del 11%. Secondo alcuni osservatori, la maggiore richiesta è dovuta alle sfavorevoli condizioni meteo, soprattutto nelle aree del Nord degli Stati Uniti. Le temperature artiche che hanno investito tutto il Nord degli Stati Uniti, infatti, hanno, da una parte, rallentano i trasporti, e dall’altra portato i consumatori a fare scorte molto più ingenti in vista di eventuali lockdown.
Le uova organic introvabili
“A male estremi, estremi rimedi” questo è un detto che spopola anche oltreoceano quando si creano situazioni di disagi nell’approvvigionamento di cibo. Difatti, mentre l’influenza aviaria continua a fare strage di volativi, gli americani si stanno adattando e scelgono anche se a malincuore le uova di galline allevate in gabbia, piuttosto che quelle provenienti da allevamenti più rispettosi del benessere animale.
Come dicevamo, la carenza di uova è dovuta anche alle estreme condizioni atmosferiche che hanno colpito molti Stati del nord. Condizioni di freddo che rallentano il normale ciclo riproduttivo delle galline.
In alcune zone più remote, come ad esempio le Hawaii, la crisi è ancora più acuta. Difatti gli scaffali dei grandi supermercati sono vuoti e le uova si trovano solamente ai farmer market o comunque da distributori locali.
I rincari
Una carenza che, come accade sempre, ha fatto lievitare i prezzi in media del 25%, anche se si registrano rincari del 100% e oltre.
Gli Americani consumano una media annua di 280 uova pro capite, quindi gli scaffali vuoti e prezzi come questi preoccupano non poco.
Le uova nella cucina americana
Le uova sono un alimento di base nell’alimentazione giornaliera degli americani. Dalla colazione ai sandwich, dalle uova sode come snack on the road ai preparati di albumi per la palestra, le uova fanno parte della loro dieta in modo costante.
Esistono ristoranti dedicati, che offrono colazione tutto il giorno, a base di scrambler egg, omelette, pancakes e uova all’occhio di bue, con nomi che richiamano le Egg nell’insegna. Le uova sono alla base anche dei ripieni dei sandwich nei negozi di bagel, un classico della colazione newyorkese e della comunità ebraica in generale.
In genere, le uova, si trovano in commercio in confezioni da 12, 18, 24, 48 e 96. I prezzi, per i pacchi da 96, sono arrivati a superare i 100 dollari, con grandi perdite per chi lavora nella ristorazione.
Quanti tipi di uova?
La classificazione delle uova americane è un po’ diversa dalle 4 categorie (in gabbia, a terra, all’aperto, biologico) a cui siamo abituati in Italia. È probabile che troviate sulla confezione la sigla A o AA che identifica la qualità del tuorlo e dell’albume, ottenute per esame in trasparenza. Non dice nulla sulla freschezza o sull’allevamento, ma solo che le AA hanno tuorlo e albume più densi e membrane più robuste. Siccome questi tendono a collassare man mano che l’uovo invecchia, se dovete conservarle, vale la pena di acquistare AA, al contrario, se dovete usarle subito, o ci dovete fare una frittata, potete prendere anche le più economiche A.
In Italia, ero abituata a prendere le uova biologiche. Uno sguardo allo scaffale delle uova nel supermercato locale mi ha spiazzata. Ci sono tantissime tipologie di uova, già a partire dalle taglie. Se ne contano 6, dalle Jumbo (circa 71g l’una) alle Peewee (35,5g l’una!). A questo punto, dovremmo essere a buon punto, invece abbiamo ancora da decidere la tipologia di uovo che vogliamo acquistare.
Le uova si distinguono in:
- Natural: sono uova minimamente processate, tipo quelle che arrivano dai farmers market. Il che non significa molto, perché le uova sono state comunque lavate e spalmate di un velo di olio minerale per ripristinarne l’impermeabilità il più possibile (e permetterne la conservazione). Considerando che non è un alimento soggetto a grandi procedure, questa “etichetta” ha poco valore
- Free-range, Cage Free: sono uova da galline allevate a terra. Le Free-range potrebbero essere anche da galline con accesso all’aperto, ma non ci sono obblighi, né viene definita la qualità di questo “aperto”
- Certified Organic: questo è facile! Sono uova di galline allevate a terra, nutrite con cibo biologico, completamente vegetale, senza antibiotici, le quali potrebbero avere accesso ad aree esterne. In questo caso USDA (il dipartimento con finalità di tutelare e far progredire l’agricoltura nel territorio degli Stati Uniti) controlla che siano rispettate le leggi.
- Certified Human: queste uova sono controllate da un terzo Ente, che garantisce controlli severi sulla qualità dell’allevamento. I polli possono nidificare, appollaiarsi, scorrazzare e non vengono forzate a produrre con la privazione del cibo. Questa pratica è consentita per tutti gli altri tipo di uova. N.B. Il Certified Humane è un bollino apposto in un angolo della confezione, generalmente si accompagna alle uova Organic, non è una categoria a parte.
- Omega 3 Enriched: in questo caso, i polli vengono nutriti con un supplemento di omega 3 (semi di lino o olio di pesce) che si accumula nel tuorlo. Qualcuno sostiene che hanno un retrogusto di pesce. Per quanto mi riguarda, preferisco non correre il rischio di avere 12 uova “ittiche” e mi tengo il dubbio.
Gli allevamenti con alimentazione vietata in Europa
Oltre a queste varianti, più costose e meno “impattanti”, si trovano comunemente in commercio anche uova di galline allevate in gabbia. Addirittura, negli USA esistono altri tipi di allevamenti meno “sostenibili”, vietati in Europa già da diversi anni (l’uso di antibiotici).
Purtroppo, alcune scelte, pur poco etiche, sono ancora disponibili sul territorio americano perché il mercato dà la possibilità anche a chi ha meno possibilità economiche di acquistare prodotti di base (un po’ come avviene con le farine bleached o con prodotti estremamente processati e pieni di conservanti). Non tutti gli americani hanno la cultura e/o i soldi (le due cose non è detto che siano abbinate) per fare scelte sane o ecologicamente sostenibili… ma le uova devono poter essere in qualsiasi frigo e a qualunque costo.