Sono del VII e del I secolo d.C. i 60 reperti archeologici recuperati negli Stati Uniti d’America e restituiti all’Italia grazie alla costante e fruttuosa sinergia tra il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio culturale (TPC) e il New York County District Attorney’s Office (DAO).
La cerimonia ufficiale si è tenuta stamani, presso la Sala Spadolini del Ministero dei Beni Culturali all’interno del Consiglio Nazionale al Collegio Romano a Roma. hanno presenziato. tra gli altri, il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano (https://www.beniculturali.it ); il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Angelantonio Racanelli; il Comandante del TPC dei Carabinieri (https://www.carabinieri.it ), il Generale B. Vincenzo Molinese; l’Assistente Procuratore distrettuale di New York(https://www.manhattanda.org ); il Colonnello Matthew Bogdanos; il Ministro Consigliere per gli Affari Pubblici dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, Christina Tomlinson e l’archeologa Federica Pitzalis, funzionaria del MIC.
Tra le opere, il cui valore si aggira intorno ai 19 milioni di dollari, spiccano un affresco pompeiano raffigurante “Ercole fanciullo con serpente” del I sec. d.C., una testa marmorea di “Atena”, una kylix a sfondo bianco e un busto in bronzo.
I reperti sono frutto del saccheggio di siti archeologici italiani, alimentato da trafficanti internazionali di opere d’arte senza scrupoli, che li hanno rivenduti ad appassionati, esperti, semplici “ricchi”, finendo in case private e gallerie estere, ma anche in musei.
L’anno scorso a New York, si tenne una conferenza stampa che sottolineava il recupero di alcune opere sequestrate al Metropolitan Museum of Art (https://www.metmuseum.org) della Grande Mela. Le Autorita’ statunitense, in quella occasione, ribadirono il crescente mercato nero dell’Arte individuando anche alcuni dei responsabili, come Giacomo Medici, Giovanni Franco Becchina, Pasquale Camera ed Edoardo Almagia.
“Quello che avviene oggi è merito del Nucleo Tutela e Patrimonio culturale dei carabinieri, della magistratura italiana e della collaborazione efficace con gli Stati Uniti”, ha sottolineato il ministro della Cultura per poi cedere la parola all’assistente del procuratore distrettuale degli Stati Uniti, il colonnello Matthew Bogdanos, che dirige l’ Unità per il traffico di antichità dell’ufficio di Manhattan. “Ciascuno di questi oggetti dovrebbe essere visto come un promemoria per collezionisti, commercianti e istituzioni d’arte. Le autorità statunitensi trattano seriamente i beni culturali rubati”, ha dichiarato.
I precedenti
Una collaborazione fruttuosa, come detto, quella tra Italia e USA dai numeri importanti. L’anno scorso a settembre, a NY, si ebbe la terza cerimonia di restituzione di reperti in meno di un anno; la conferenza avvenne alla presenza dell’Executive Assistant District Attorney di New York County Lisa Delpizzo e del Generale di Brigata Roberto Riccardi del Comando Tutela Patrimonio Culturale.
Nell’ambito del più grande accordo di restituzione stretto tra i due Paesi, circa 200 reperti archeologici, tra vasi dipinti, busti in marmo, sculturine in ceramica e anche l’antica statua romana transitata per la collezione di Kim Kardashian, sono tornati in Italia nel dicembre dello scorso anno.
Il valore complessivo fu di circa 10milioni di dollari. La seconda restituzione si è avuta a luglio scorso con 142 opere d’arte stimate circa 14milioni di dollari.
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