Autismo, in 500.000 famiglie italiane è presente almeno una persona che ne soffre
Nel 2007 le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, che si celebra appunto il 2 aprile. WAAD è l’acronimo inglese che sta per World Autism Awareness Day. Un’occasione preziosa per informare i cittadini su questo tipo di disturbi, nonché sulla loro crescente diffusione nelle società occidentali. Basti pensare che in Italia ne soffre un bambino su 77 nella fascia 7-9 anni. Un dato leggermente migliore degli USA, che registrano 1 caso ogni 54 bambini. Dietro tuttavia a Regno Unito (1 su 86) e a distanza siderale da Paesi scandinavi come Svezia e Danimarca (1 su 160). L’autismo è stato diagnosticato come “disturbo” solo nel Novecento. Il termine risale precisamente al 1943. Stasera monumenti ed edifici pubblici italiani saranno illuminati di blu.
“I disturbi dello spettro autistico (Autism Spectrum Disorders, ASD) – si legge sul sito del Ministero della Salute – sono un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo caratterizzati da: compromissione qualitativa nelle aree dell’interazione sociale e della comunicazione; modelli ripetitivi e stereotipati di comportamento, interessi e attività. I sintomi e la loro severità possono manifestarsi in modo differente da persona a persona, conseguentemente i bisogni specifici e la necessità di sostegno sono variabili e possono mutare nel tempo. Per questo è fondamentale progettare interventi individualizzati e calibrati su bisogni specifici”.
Fondamentale effettuare diagnosi precoci che possano migliorare la qualità della vita delle persone e di chi se ne prende cura. Maggiormente esposti risultano i maschi. Per ogni bambina affetta da autismo vi sono infatti 4,4 bambini. Numeri che coinvolgono circa 500.000 famiglie italiane e che sono decuplicati in 40 anni. Un’impennata che richiede la massima attenzione e il massimo sostegno da parte della politica e della società civile. Si stima peraltro che la cifra spesa dalle famiglie per l’assistenza oscilli in media tra i 1.000 e i 2.000 euro al mese.