Mostra soddisfazione Biden per il G7 appena concluso e da lui stesso definito “collaborativo e produttivo”. “Abbiamo fatto progressi – afferma in conferenza – nel ristabilire la credibilità americana fra i nostri amici più stretti”.
Pandemia e ripresa sono stati i temi centrali ma si è trovato anche spazio per parlare di clima e ambiente. Su questo tema in particolare sostiene: “…è urgente e essenziale la transizione del mondo verso l’energia pulita”. Inoltre esprime soddisfazione anche per il piano americano per le infrastrutture presentato durante il G7 che si pone come alternativa alla Via della Seta cinese. Un vero e proprio attacco alla Cina è stato portato da Biden che ha osservato come Pechino debba agire con maggiore responsabilità ribadendo di non volere alcun conflitto con la Cina ma non perdendo l’occasione di risottolineare come il mondo non abbia ancora avuto accesso ai laboratori di Wuhan per capire se il Covid 19 sia veramente stato originato li.
Ottimo alleato di Biden – ma era previsto – si è dimostrato il premier italiano Mario Draghi che ha sollevato e posto all’attenzione dei leader politici quello che lui ha considerato il tema politico centrale ovvero, “quale atteggiamento tenere nei confronti della Cina e in generale di tutte le autocrazie che usano la disinformazione, i social media, fermano gli aerei in volo, rapiscono, uccidono, non rispettano i diritti umani, usano il lavoro forzato”. In merito alla Cina ha sostenuto che nessuno disputa che abbia diritto di essere una grande economia ma è legittimo mettere in discussione i modi che utilizza, come le detenzioni coercitive.
Ottimo assist per il presidente Biden del quale ha riconosciuto la volontà di ricostruire le alleanze tradizionali degli Usa dopo il periodo Trump in cui erano state seriamente incrinate.
Si conclude dunque la parte più “semplice” della missione di Biden in Europa che ora prosegue con il vertice Nato e poi con il delicato incontro con il Presidente Putin il 16 giugno.
Biden e Putin
I due leader si vedranno a Villa La Grange a Ginevra che vieterà quel giorno per decreto qualsiasi manifestazione contro le politiche della Russia o gli Stati Uniti
Il Parc de la Grange di Ginevra, che accoglie all’interno Villa La Grange è stato chiuso al pubblico per 10 giorni, evidentemente per procedere alle bonifiche necessarie.
Villa La Grange è stata costruita da una famiglia di banchieri, i Lullin, ma l’ultimo proprietario privato è stato l’imprenditore William Favre, che donò la struttura alla città di Ginevra nel 1917. Il parco è uno dei preferiti di chi abita a Ginevra, ma la Villa può essere vista con tour guidato dall’ufficio di turismo locale solo su appuntamento.
Questa non è la prima volta che la città svizzera funge di scenario per una riunione tra leader degli Stati Uniti e Russia. Nel 1985 ha accolto Ronald Reagan e Michail Gorbačëv in uno storico incontro.
Ma anche se Ginevra è abituata a ospitare capi di Stato, l’incontro di mercoledì tra il presidente russo Vladimir Putin e quello statunitense Joe Biden rappresenta una sfida di sicurezza di enormi proporzioni per la polizia cantonale.
L’ambizione non è solo quella di garantire che questo incontro internazionale si svolga senza intoppi, ma anche di minimizzare l’impatto sulla popolazione e di garantire il mantenimento dei servizi di sicurezza di base.