La trasformazione digitale sta aprendo nuove opportunità in tutti i settori, cambiando profondamente l’organizzazione, i modelli di produzione e la gestione aziendale di molte imprese attraverso l’applicazione di nuove tecnologie innovative.
Nel rilancio della Scienza, Tecnologia e Innovazione oltre a fare squadra, in questa partita le associazioni giocano un ruolo essenziale, sono fabbriche di futuro, grazie ai ricercatori che hanno l’attitudine a cogliere i segnali del cambiamento per rispondere alle sfide dei nuovi paradigmi della societá contemporanea, oggi sempre piú orientati alla sostenibilitá e l’inclusivá.
Abbiamo sempre sottolineato che la ricerca, il trasferimento tecnologico e l’innovazione non sono qualcosa da improvvisare e che è quindi necessario avere una strategia di sviluppo a medio-lungo termine che usi la conoscenza e la competenza come acceleratori fondamentali. Ricerca e Sviluppo sono il cuore della innovazione , dovrebbero diventare l’anima delle politiche industriali e anche delle politiche educative. I programmi scolastici vanno indirizzati verso la generazione di abilità creative e capacità cognitive
La geopolitica della ricerca, dopo due anni di pandemia e nel quadro dei nuovi scenari internazionali, vede un nuovo ruolo per le vetrine delle competenze, delle conoscenze, dei risultati. Si stabiliscono nuove relazioni con nuovi bacini territoriali di riferimento. Non vi è certamente una spinta all’autosufficienza ma la globalizzazione, anche in ambito scientifico e tecnologico, cambia pelle e si realizzano più relazioni di vicinato, dove il vicinato non è quello geografico ma quello derivante da accordi, condivisioni, partenariati strutturati.
Il sistema paese Italia sta realizzando, nel quadro del complesso delle missioni del PNRR uno sforzo per rafforzare una sua cronica debolezza, la difficoltà a porsi “in una logica di sistema”, a “realizzare piattaforme condivise”, a investire in maniera non episodica su della ricerca che sappia raggiungere l’impresa e, di conseguenza, generare innovazione.
A supporto di questo disegno le associazioni dei ricercatori italiani all’estero possono fornire un rilevante contributo, nella duplice funzione di sensori in realtà in cui la collaborazione scientifica è presente ma ulteriormente sviluppabile e di ponte tra attori, istituzioni, tecnologie e competenze per favorire scambi, sviluppi e valorizzazioni.
Una forma quindi di diplomazia scientifica che non si sostituisce a quella istituzionale ma vuole offrire un terreno addizionale che coinvolge direttamente gli operatori in forma cooperativa e condivisa, lasciando poi agli stessi la possibilità di gestire gli sviluppi senza ulteriori diaframmi.
In poche parole, una opportunità che si aggiunge senza nulla togliere.
A lanciare l’appello al governo è Fabio De Furia nel corso di EconoMia, il programma condotto da Jenny Viant Gomez su Rete 8.
Rivedi la puntata: https://www.youtube.com/watch?v=OjuVVHuiA7c&list=PLrhk2d3WTcyTYMtebDnvDIRrvUXkWYMIZ&index=3