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Emergenza migranti, la Florida come l’Italia

La penisola assiste a un picco di arrivi irregolari da Stati quali Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela. Circa 250.000 i migranti arrivati in un anno e mezzo nell'area metropolitana di Miami. Numeri che richiedono un'attenzione particolare da parte del governo federale.

Redazione by Redazione
Marzo 6, 2023
in Cronaca, Ultimissime
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Florida, afflusso straordinario di migranti
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A Miami afflusso straordinario di migranti

Mentre in Italia il dibattito è incentrato sul naufragio di fronte alle coste di Cutro, che ha visto morire oltre 70 migranti, Miami e tutta la Florida sono alle prese con un afflusso straordinario di centinaia di migliaia di profughi. In fuga da Cuba, Venezuela e da diversi Paesi dell’America Centrale, i migranti cercano di raggiungere i loro connazionali trapiantati negli Stati Uniti. Un esodo di massa che, analogamente a quanto sta avvenendo in Italia, mette a dura prova le strutture ricettive e le reti di solidarietà. Le organizzazioni religiose, a cominciare da quelle animate da comunità di latino-americani, sono in prima linea nel fornire assistenza. Le proporzioni del fenomeno, tuttavia, rendono la situazione estremamente critica, richiedendo risposte da parte del governo federale.

I numeri dell’esodo

Si stima che siano circa 250.000 i latino-americani affluiti nell’area metropolitana di Miami nell’ultimo anno e mezzo. I Paesi di provenienza comprendono principalmente Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela. L’afflusso di migranti riguarda ovviamente gli Stati Uniti nel loro complesso ma la Florida rappresenta senz’altro una delle destinazioni più ambite visto lo storico radicamento di queste comunità e l’elevato tenore di vita. I respingimenti al confine con il Messico, continuati anche con Biden, non riescono ad arginare il fenomeno di chi fugge da governi autoritari e situazioni d’indigenza. Agli arrivi via terra si affiancano gli ingressi clandestini via mare, con la Florida in prima linea vista la sua collocazione geografica.


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Per esaminare le domande dei migranti passano anni

La precarizzazione dello status di molti migranti, secondo quanto evidenziato da diverse organizzazioni religiose, non permette loro di lavorare regolarmente. Occorre dunque un intervento delle autorità federali per governare e rendere sostenibile una situazione che rischia di diventare incandescente. La mole eccezionale di ingressi rallenta infatti i tempi per esaminare le domande dei nuovi arrivati, i quali non dispongono dunque del necessario permesso per stabilizzarsi professionalmente. Ne consegue il rischio di emarginazione sociale e avvicinamento ai circuiti criminali.

Processare più rapidamente le domande rappresenterebbe senz’altro un passo in avanti, ma per far ciò occorre che il governo federale metta il tema in cima alla propria agenda. L’immigrazione dall’America Latina rappresenta del resto un fenomeno strutturale, che accelera o rallenta in base all’approccio di Washington e al contesto geopolitico degli Stati di provenienza. Tra le principali porte d’ingresso agli States, Miami e la Florida necessitano di un’attenzione particolare. Occorre evitare che le tensioni dei contesti di partenza si ripercuotano sulla penisola, in modo che la Florida possa rimanere quella vetrina di benessere e convivenza pacifica apprezzata in tutto il mondo.

L’emergenza sbarchi in Italia

Il 2023 ha visto un’impennata di sbarchi anche in Italia. Secondo i dati forniti dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, gli ingressi irregolari via mare sono triplicati rispetto all’anno scorso. Dal I gennaio al 24 febbraio sono stati 14.104 i migranti che hanno raggiunto le nostre coste. Un aumento significativo rispetto ai 5.345 del 2022 e ai 4.304 del 2020. La parte del leone spetta ovviamente al continente africano ma molti arrivi sono ascrivibili a Paesi come Pakistan, Bangladesh e Siria.

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Sul podio in questi primi due mesi dell’anno figurano Guinea (1.772), Costa d’Avorio (1.720) e Tunisia (1.031). Oltre ai già citati Stati asiatici, i principali Paesi di provenienza sono Egitto, Eritrea, Camerun e Mali. Un tema, quello dell’immigrazione clandestina, che sta catalizzando il dibattito pubblico italiano, non senza aspre polarizzazioni tra le forze politiche. Anche il Papa, nel corso dell’Angelus, ha parlato della necessità di “fermare i trafficanti” per impedire le morti in mare. Il 2023 sarà un anno decisivo per capire la strategia del governo italiano per arginare l’immigrazione clandestina, il cui contrasto, come ha più volte evidenziato Giorgia Meloni, non può prescindere da un più vasto piano di sviluppo per l’Africa e i Paesi di partenza dei migranti.

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