È fuori controllo l’arrivo di migranti a New York
Come un fiume in piena, il flusso migratorio si dirige verso lo Stato di New York, un’emergenza che continua ad alimentare polemiche e a dividere l’opinione pubblica.
Ultima, in ordine di tempo, a far sentire la propria voce è la Contea di Suffolk ( Suffolk è una Contea dello stato di NY posta all’area più orientale dell’isola di Long Island- che nelle scorse ore ha annunciato di adire alle vie legali per impedire alla città di New York City di collocare i migranti negli hotel nella Contea.
“New York City ha preso la decisione di definirsi una città santuario. La contea di Suffolk no”, ha affermato il legislatore Kevin McCaffrey aggiungendo che “Suffolk non può permettersi di ospitare i migranti” (https://www.scnylegislature.us/167/Kevin-J-McCaffrey).
“Questa non è una posizione anti-immigrazione”, ha continuato McCaffrey in una discussa conferenza stampa alimentando dissenso e incassando condivisioni, sia tra i cittadini che tra gli stessi legislatori.
La Contea di Nassau
La questione è anche economica e ad insorgere contro la politica dell’accoglienza indiscriminata si aggiungono gli amministratori della Contea di Nassau. I rappresentanti dell’esecutivo ha chiarito la loro posizione, dichiarando di non avere alcun interesse ad ospitare i migranti.” I 4,3 miliardi di dollari che New York City prevede di spendere in servizi e alloggi per i migranti fino alla prossima primavera supera di oltre 1 miliardo di dollari l’intero budget della Contea. È impensabile”.
NY al collasso
Ma questa è solo la punta dell’iceberg di una emergenza iniziata tre anni fa e diventata sempre più delicata, difficile da gestire. Il flusso di uomini, donne e bambini è inarrestabile dopo la scadenza del Titolo 42, la misura restrittiva in virtu della pandemia, introdotta nel 2020 dal presidente.
Al confine meridionale è caos e New York è una delle metropoli che subisce il grande,devastante impatto.
Il sindaco di NY, Eric Adams, dopo aver proclamato dalla sua elezione il “welcome ai migrati” oggi batte cassa ,difatti pochi giorni fa ha lanciato un’altra richiesta di fondi al governo federale “Quarantaduemila migranti sono ancora affidati alle nostre cure e ne vediamo arrivare circa diverse centinaia al giorno. Questo non e’ piu’ sostenibile”, ha dichiarato. (https://www.nyc.gov/office-of-the-mayor)
Hotel requisiti
In tutta la città, molti hotel che normalmente ospitano i turisti, sono ora rifugi di emergenza per migliaia di migranti. Molte strutture sono in posizioni privilegiate a pochi passi da Times Square, dal World Trade Center Memorial Site e dall’Empire State Building.
Dall’ufficio stampa del sindaco è stato diramato un comunicato in cui si afferma che la città sta utilizzando più di 150 hotel per ospitare oltre 41.000 richiedenti asilo. Un numero che rappresenta oltre il 40% degli hotel in città con un numero di stanze che va dai 51 ai 200.
Pochi giorni l’amministrazione comunale ha requisito un’ulteriore struttura alberghiera, l’iconico Roosevelt Hotel. Sono state occupate già 800 stanze della grande struttura situata nel cuore di Manhattan.
I danni collaterali
Tra gli alberghi requisiti c’è il “The Crossroads Hotel” di Newburgh (distante circa una ora dalla Grande Mela). La notizia potrebbe passare inosservata se la coppia di sposi che aveva prenotato 30 stanze per gli ospiti della cerimonia nuziale non avesse informato i giornali locali della loro disavventura.
Gary e Deanna, newyorkesi, hanno raccontato la loro rabbia ” Abbiamo prenotato due mesi fa 30 stanze per parenti e amici che sarebbero venuti al nostro matrimonio. Ci hanno mandato una email per annullare la nostra prenotazione, ora siamo costretti rimandare il nostro giorno più bello”.
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