A dicembre negli Stati Uniti è stato pubblicato il rapporto conclusivo della Commissione Speciale sul Covid. Frutto dello studio di oltre un milione di documenti, ha evidenziato le numerose storture nella gestione della pandemia, nella ricerca dell’origine del virus e nella stessa campagna vaccinale. Dall’Italia quali conclusioni possiamo trarvi?
Stanno cadendo, uno di seguito all’altro, i tanti preconcetti del pensiero unico imposto durante la pandemia e che Fratelli d’Italia aveva contestato sin dall’inizio. Lo dimostrano il rapporto conclusivo della commissione Covid statunitense, così come le notizie recenti uscite sulla stampa in merito a nuovi elementi di verità sulla stagione pandemica. Solo per fare degli esempi: l’origine del virus va ulteriormente indagata; l’Italia non era pronta ad affrontare la pandemia, diversamente da ciò che diceva l’allora primo ministro Conte; il vaccino non impediva il contagio, pertanto gli obblighi, i lockdown e il green pass potrebbero essere stati oltre che inutili anche dannosi. C’è tanto su cui indagare, lo stiamo facendo e continueremo a farlo fino alla fine.
Tra gli attori internazionali che non hanno brillato nel corso della pandemia vi è certamente l’OMS. Non a caso finita nel mirino di molti Paesi, a cominciare proprio dagli Stati Uniti, che hanno deciso di uscirne. Roma dovrebbe seguire Washington su questa strada? C’è più di un esponente della maggioranza che lo sostiene…
Concordo con ciò che ha affermato il ministro Schillaci. Sebbene l’uscita dall’OMS non sia contemplata nel programma di Governo, è legittimo e costruttivo un dibattito che miri ad analizzare criticamente il suo ruolo, con particolare riferimento all’allocazione, all’utilizzo delle risorse e alla governance. Ogni euro investito nella salute globale deve essere impiegato nel modo più efficace possibile. In questo contesto, rivendicare la propria sovranità in ambito sanitario è legittimo. È un tema su cui si sta riflettendo.
Nella commissione bicamerale di cui lei fa parte è stata coniata l’espressione “Mascheropoli” per indicare i numerosi scandali che hanno caratterizzato in piena emergenza Covid l’approvvigionamento dei DPI. Di recente è stato ascoltato l’ex commissario straordinario Domenico Arcuri. Nel mirino la revoca della commessa a JC Eletronics, con lo Stato che dovrà ora risarcire l’impresa laziale con oltre 203 milioni di euro. Senza dimenticare 1,2 miliardi di commesse dalla Cina per mascherine non idonee. A quali conclusioni sta giungendo la commissione?
Ciò che sta emergendo dalla commissione è inquietante. Oltre 1 miliardo, si apprende, speso per acquistare mascherine irregolari importate dalla Cina, pagate quattro volte più del prezzo di mercato. Mascherine che, destinate alle strutture sanitarie, non solo non proteggevano ma anzi esponevano a rischi i nostri medici, infermieri, operatori sanitari e pazienti ricoverati. Chi ha introdotto queste mascherine, se lo ha fatto consapevolmente, potrebbe aver causato una strage. Tutto ciò mentre la struttura commissariale risolveva contratti di importazione di mascherine regolari, atto ritenuto illegittimo dal Tribunale di Roma, che ha condannato la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero, dunque tutti gli italiani, a pagare alla società fornitrice danneggiata oltre 203 milioni di euro. Un modus operandi che potrebbe essere stato tenuto per diversi altri acquisti. Inquietante a dir poco. Approfondiremo tutto.
Tra le opposizioni si è creato un certo allarmismo dopo la virata “a destra” di alcuni tra i più importanti magnati dei social. Parallelamente veniamo da mesi di scioperi, con un leader sindacale che invoca la “rivolta sociale”. Viene da chiedersi dove fosse questa vena barricadera all’epoca del green pass e delle censure dei “fact-checkers”…
Chi oggi invoca la ‘rivolta sociale’ non mi pare fosse al fianco dei lavoratori quando erano costretti a vaccinarsi per andare a lavorare. Un provvedimento che Fratelli d’Italia ha criticato fortemente sin da principio. Questa che lei definisce una ‘virata a destra’ l’hanno decisa i cittadini, mandando a casa a diverse latitudini i Governi precedenti di sinistra, i cui esponenti farebbero bene a prendere atto del loro fallimento piuttosto che allarmarsi per i fantasmi sovranisti. Ciò che allarma davvero sono le rivelazioni sulle pressioni che il governo Biden avrebbe esercitato su Meta per censurare chi non si adeguava al pensiero unico dominante e osava anche solo sollevare un dubbio sulla gestione della pandemia o sull’efficacia dei vaccini. Contrastare e denunciare atti di censura, prima ancora che ‘virare a destra’, significa ricercare la verità.
Di recente il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, l’FBI e la CIA hanno rilanciato l’ipotesi che il Covid sia fuoriuscito dal laboratorio di Wuhan. Allo scoppio della pandemia, la politica e il gotha medico e scientifico compiacente avevano categoricamente escluso una simile provenienza. Quando ancora del virus si sapeva pochissimo, insomma, si era già deciso quale fosse l’unica narrazione da veicolare, pena l’accusa di complottismo e ignoranza. Che siano episodi come questo a recidere la fiducia negli esperti da parte dei semplici cittadini?
Sì, la poca trasparenza recide la fiducia con i cittadini, per questo l’istituzione della commissione d’inchiesta è particolarmente importante al fine di restituire verità agli italiani, verificare gli errori commessi per non ricommetterli in ipotesi di nuove pandemie e accertare eventuali responsabilità. Con il governo Meloni è finita l’Italia in cui chi compie scelte non se ne assume le responsabilità. Dunque è doveroso indagare anche sull’origine della pandemia affinché non residuino dubbi e, in ipotesi di responsabilità, gli autori ne rispondano.
L’allineamento ideale tra il governo Meloni e l’amministrazione Trump può finalmente far emergere una contronarrazione generale della stagione pandemica?
Può finalmente far emergere la verità, senza pregiudizi, senza preclusioni, senza tabù. È ciò che ci chiedono gli italiani, è un impegno preso da Fratelli d’Italia e da Giorgia Meloni. E noi lo manterremo.