In Campania è scattato il conto alla rovescia per le prossime elezioni regionali. Un appuntamento politico all’attenzione nazionale e, sicuramente, un grattacapo per la sinistra che dovrà fare i conti con l’uscente presidente Vincenzo De Luca.
Le tre date che si stanno valutando per la tornata elettorale in Campania sono 26 ottobre, 9 o 16 novembre. Tre opzioni che potrebbero anche essere oggetto di intesa nella Conferenza Stato-Regioni.
Anche se sul calendario mancano ancora 4/5 mesi alle urne, in politica “è già domani”, e la battaglia per la candidatura alla presidenza entra nel vivo, soprattutto sui social.
Il report Vis Factor
Secondo un report realizzato da Vis Factor per Adnkronos, tra i nomi in campo nel centrodestra è Edmondo Cirielli, che emerge con forza nel dibattito digitale, staccando nettamente gli altri potenziali candidati.
Cirielli, viceministro degli Esteri ed esponente di Fratelli d’Italia, raccoglie un sentiment positivo del 34,10%, guidando la classifica stilata da Human, la piattaforma proprietaria di social listening semantico di Vis Factor. Un distacco di oltre cinque punti percentuali lo separa da Mara Carfagna (Noi Moderati), che si attesta al 29,15%. Seguono Giosi Romano con il 28,24% e Gianpiero Zinzi (Lega) con il 26,16%.
Non si tratta solo di percezione positiva, ma anche di engagement: le interazioni medie generate dagli account social confermano il primato di Cirielli, con una media di 1.291 interazioni. A distanza Carfagna (552), Zinzi (302) e Romano (244).
Questi numeri rafforzano l’ipotesi che sia proprio Cirielli il nome attorno a cui il centrodestra potrebbe convergere. La coalizione, del resto, sembra puntare su una figura solida, con esperienza istituzionale e forte riconoscibilità pubblica. Il Viceministro degli Esteri originario della Campania (nato a Nocera Inferiore, SA) vanta una lunga carriera politica molto legata alla regione: è stato Consigliere regionale e ha ricoperto il ruolo di Presidente della provincia di Salerno..
In Campania il centrosx in cerca di una rotta: pesa la frattura con De Luca
Mentre il centrodestra si compatta, il centrosinistra naviga in acque burrascose, e la tempesta è scatenata dallo scontro tra Vincenzo De Luca attuale presidente e il PD di Schlein. Solo pochi giorni fa il presidente uscente nel commentare la bocciatura della Consulta sul terzo mandato, ha inviato un messaggio al vetriolo agli ex compagni:” Sempre da qui devono passare”. Un messaggio che qualcuno ha letto come una minaccia politica che non dà scampo.
A fare da sfondo alla scelta del candidato non c’è solo l’eventuale ricucitura tra PD e De Luca, ma anche la possibilità di costruire un campo largo già sperimentato positivamente a Genova. In questo scenario, il nome che pare stia prendendo quota, è quello di Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente e figura di riferimento del Movimento 5 Stelle.
Tuttavia, questa ipotesi fa storcere il naso a tanti. In Campania è ancora vivo il disastro del bonus casa, così come in Italia è vivo il disastro del green deal e le politiche ambientali sostenute in Europa dal partito democratico italiano.
Uno scenario, quindi, fluido che non consente previsioni affidabili.
Il rischio frammentazione e il fattore civico
L’attenzione dei partiti e la preoccupazione sono altissime. Non è contemplato l’errore nella scelta del candidato presidente: il sistema elettorale a turno unico non prevede il ballottaggio, un voto in più rispetto all’avversario e si vince.
Cresce quindi il fermento anche nel mondo civico. Le liste civiche molte volte hanno fatto la differenza nelle realtà locali, e la città di Napoli con il sindaco Gaetano Manfredi ne rappresenta un laboratorio importante.
La Campania si conferma così uno dei terreni più delicati e interessanti del prossimo ciclo elettorale con lo spettro di una frammentazione politica difficile da gestire nella futura governabilità regionale.
