Ursula von der Leyen prossimo Segretario Generale della Nato?
L’indiscrezione è arrivata al Telegraph da fonti interne all’alleanza atlantica. Il presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, potrebbe succedere al norvegese Jens Stoltenberg, alla guida della Nato dal I ottobre 2014. Un’alleanza atlantica il cui numero uno rimarrebbe dunque in Europa settentrionale, come accade ormai da oltre vent’anni a questa parte (al netto di qualche settimana ad interim tra la fine del 2003 e l’inizio del 2004, quando a Bruxelles sedeva l’italiano Alessandro Minuto-Rizzo).
Prima di Stoltenberg, infatti, tale ruolo è stato ricoperto dal danese Anders Fogh Rasmussen (2009-2014), dall’olandese Jaap de Hoop Scheffer (2004-2009) e dal britannico George Robertson (1999-2004). Non considerando appunto brevissimi periodi d’interregno, i Paesi latini appartenenti all’alleanza hanno visto ricoprire il ruolo di Segretario Generale solamente con lo spagnolo Javier Solana (1995-1999) e con l’italiano Manlio Brosio (1964-1971).
Secondo il Telegraph a sponsorizzare la figura di Ursula von der Leyen sarebbe nientemeno che il presidente americano Joe Biden. Stoltenberg resterà in carica fino all’ottobre del 2024. La von der Leyen è in lizza anche per un secondo mandato alla guida della Commissione Europea. Inizialmente quale successore di Stoltenberg sembrava favorito il britannico Ben Wallace, ministro della Difesa di Londra. A Wallace è però mancato l’appoggio americano e quello francese, facendo aumentare le chance della von der Leyen. Della tedesca sono state apprezzate le ferme prese di posizione sul conflitto in Ucraina.
A spingere Washington, forse, è anche la volontà di pressare la Germania per un maggior contenimento anti russo. Molte le ritrose di Berlino nel cambiare postura dopo decenni di Ostpolitik. Proprio per questo la von der Leyen potrebbe accontentare tutti i Paesi dell’alleanza atlantica, riuscendo a rappresentare una sintesi equilibrata tra le diverse esigenze. L’elezione per l’ennesima volta di un Segretario Generale nord europeo e, in particolare, il suo essere tedesco, dovrebbero però non far saltare di gioia i nostri connazionali. La riscrittura delle regole europee passa infatti anche dai temi della difesa e della sicurezza. Temi dove l’Italia non vuole accordarsi passivamente ai desiderata di Berlino.