La notizia ha quasi dell’incredibile. Si, perché il colosso di Cupertino rischia di vedersi bannato uno dei suoi prodotti di punta – l’Apple Watch – a seguito della sentenza di un giudice che ha decretato che la Apple ha violato i brevetti ECG di un’altra azienda.
Forse non tutti sanno infatti che già la Serie 4 dell’Apple Watch – ovvero quello prodotta a partire dal 2018 – è in grado di eseguire un elettrocardiogramma per vedere se il ritmo cardiaco dell’utente mostra segni di fibrillazione atriale.
Questa tecnologia, montata sugli smartwatch della Apple di nuova generazione, non sarebbe “proprietaria” ma copiata dal “pulsossimetro” della AliveCor, coperta da brevetto.
Già tempo addietro la AliveCor aveva sporto denuncia verso Apple proprio in questa funzione e la sentenza della ITC (International Trade Commission, la società statale legata al commercio internazionale) ha confermato l’irregolarità di Apple che in questa forma di funzione avrebbe dunque violato i diritti di utilizzo.
L’ITC infatti, ossia l’organo statunitense competente nella materia commerciale, ha dato ragione all’AliveCor. La Apple, a seguito della sentenza, ha deciso di appellarsi direttamente al Presidente degli Stati Uniti, per ribaltare la sentenza. Una pratica non nuova per la Apple che già sotto la presidenza Obama, riuscì a sottrarsi ad alcune accuse.
La decisione della Commissione per il commercio internazionale degli Stati Uniti (ITC) di bloccare le importazioni di Apple Watch ha ricevuto però – in questo caso – il via libera dall’amministrazione Biden. Paradossalmente potrebbe essere proprio il Presidente in persona a prendere la decisione finale, ma Biden non sembra intenzionato a rimuovere il ban, almeno non prima di qualche novità dal punto di vista legale da parte di Apple, che potrebbe trovare un accordo economico.
E’ probabile infatti che Apple paghi ad AliveCor una licenza di brevetto per scongiurare la messa al bando definitiva del prodotto in Usa che, pur essendo di proprietà di una azienda americana è assemblato all’estero e come tale è soggetto a ban, ovvero a divieto di importazione sul territorio americano.
