Il gioco di sponda Roma-Washington passa anche dalle biotecnologie
Si è svolto oggi alla Farnesina l’evento “Italia-Stati Uniti: la Cooperazione Internazionale sulle Biotecnologie Emergenti e le Scienze della Vita”. I lavori sono stati aperti dal ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani. Oltre a lui sono intervenuti i titolari dei dicasteri dell’Università e della Ricerca, delle Imprese e del Made in Italy e della Salute (rispettivamente Anna Maria Bernini, Adolfo Urso e Orazio Schillaci). Presente il nuovo ambasciatore Usa in Italia, Jack Marckell.
Quello di oggi è un momento dal grande valore storico. Esso, infatti, costituisce il primo incontro ufficiale tra Italia e Stati Uniti sul tema delle biotecnologie. Il Belpaese, lungi dal voler essere solamente un approdo turistico, ci tiene a mantenere standard d’eccellenza nei settori di punta. Quanto accaduto con la pandemia, del resto, ci ricorda l’importanza d’investire nella ricerca. Tanto più vero in settori quali la chimica, la farmaceutica e le nuove tecnologie, anche in ambito medico.
Schillaci: “Rafforzare legame Italia USA”
Emblematiche le dichiarazioni del ministro Schillaci nel corso della mattinata. “I rapporti con gli Stati Uniti vedono un gran numero di collaborazioni individuali di ricercatori italiani con colleghi statunitensi nel campo della ricerca biomedica. Ho avuto occasione di incontrare nel corso di un mio recente viaggio negli Stati Uniti diversi brillanti ricercatori italiani che lavorano con grande soddisfazione professionale in istituzioni statunitensi di particolare prestigio. Avrò una nuova occasione d’incontro a breve, sempre negli Stati Uniti, con altri scienziati italiani attivi in loco ed è mia intenzione promuovere un loro attivo ruolo e contributo al rafforzamento dei rapporti bilaterali in un’ottica di valorizzazione della circolazione dei cervelli che, da sempre, rappresenta una condizione imprescindibile del progresso scientifico. Tale vivacità di collaborazione non si è finora tradotta, nella gran parte dei casi, in accordi formali e specifici”.
Tajani: “USA leader nelle biotecnologie”
Come evidenziato in precedenza, i lavori sono stati aperti dal ministro degli Esteri. “Le biotecnologie – ha commentato Antonio Tajani – sono importanti per ridurre il cambiamento climatico e sono un contributo per l’economia e per l’occupazione. L’innovazione e la ricerca anche nel campo delle biotecnologie sono prioritarie nel nostro governo. Penso agli investimenti delle aziende Eli Lilly e Sanofi, che hanno colto il valore aggiunto di operare nel nostro Paese. Ho insistito molto su come fare politica nel nostro Paese, e la diplomazia della crescita è senz’altro uno strumento per attirare investimenti nel nostro. Tutti gli italiani che operano al di là dei confini fanno politica estera”.
Il titolare della Farnesina ha poi evidenziato l’impegno di Roma nel trasferimento di tecnologie e competenze ai Paesi africani. “Gli Usa – ha proseguito Tajani – sono il Paese leader nelle biotecnologie e nelle scienze della vita e nell’interesse dell’Italia vogliamo lavorare su questi temi (che riguardano anche la sicurezza nazionale) con gli Usa, con cui condividiamo valori come la democrazia, la libertà e i diritti umani. Ci sono tutte le premesse per rafforzare i nostri rapporti nelle materie di cui trattiamo. Questo percorso proseguirà con l’evento Jp Morgan di gennaio ospitato nel centro italiano di innovazione e cultura nel mondo di San Francisco, nostro fiore all’occhiello per quanto riguarda la ricerca scientifica”.
Ambasciatore USA in Italia: “le soluzioni non possono venire da un Paese solo”
“Le soluzioni alle sfide della biotecnologia non possono venire solo da un solo paese e un solo settore – ha spiegato il nuovo ambasciatore americano in Italia, Jack Marckell – sono felice di vedere che imprenditori e studiosi di Italia e Usa sono qui presenti. Il vostro Paese ci permette di investire grazie all’eccellenza della manodopera italiana. Parliamo di biotecnologia, ma ci sono anche aspetti meno positivi, alcuni svantaggi: se non capiamo come utilizzarle in maniera sicura, allora altri la utilizzeranno per scopi nefasti, come l’editing genetico e altri strumenti, tutti utilizzabili per motivi negativi, come bioarmi. E poi l’accesso alle nuove tecnologie dei Paesi in via di sviluppo è altrettanto importante”.
“Queste biotecnologie – ha proseguito l’inquilino di Villa Taverna – possono migliorare il nostro mondo, per combattere malattie, per diagnosi precoci e per la cura, come accaduto con la pandemia. Abbiamo creato vaccini in tempi rapidissimi, ma per esempio possiamo sviluppare per combattere gli effetti del cambiamento climatico. Dunque è positivo che questi due Paesi si trovino insieme per lavorare su questo settore: dobbiamo promuovere la collaborazione tra istituzioni e centri di ricerca. Abbiamo un ottimo modello da utilizzare, con cui ho discusso con la ministra Bernini, per lo scambio di ricercatori”.